L’impatto prognostico del numero di linfonodi asportati è stato dimostrato per il carcinoma mammario e colorettale. In questo studio, pubblicato nella rivista Lung Cancer (
leggi abstract originale), oncologi del Regina Elena, Istituto Nazionale dei Tumori di Roma, hanno completato la gamma di fattori prognostici per il tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC), dopo resezione chirurgica, considerando anche il numero dei linfonodi asportati. Gli autori hanno correlato (con modello di Cox) la gamma di fattori prognostici già utilizzati in associazione al numero di linfonodi asportati, rispetto al rapporto tra il numero di linfonodi metastatici e quello di linfonodi asportati, con la sopravvivenza globale (SG), la sopravvivenza cancro-specifica (SCS) e quella libera da malattia (SSM). Sono stati analizzati i dati di 415 pazienti sottoposti a resezione di NSCLC. In analisi multivariata, il numero di linfonodi asportati e il rapporto tra linfonodi metastatici e asportati erano evidenziati quali fattori indipendenti per una durata più lunga della sopravvivenza (SG, SCS e SSM; p < 0.0001). I pazienti con un numero di linfonodi asportati superiore a 10 (cut-off ottimale, secondo gli autori) mostravano un beneficio statisticamente significativo per SG (p = 0.02) e SSM (p = 0.0005). Nei pazienti con linfonodi positivi, un rapporto inferiore a 9% correlava significativamente con una prognosi più favorevole. La stratificazione in classi ad alto, medio e basso rischio, basata su fattori di rischio alto (stadio, stato linfonodale, età e numero di linfonodi asportati) e intermedio (sesso, grado, istologia), prediceva gli esiti in modo efficiente (p < 0.0001). Questo modello di classe di rischio è stato validato esternamente su una coorte indipendente di 297 pazienti, tuttavia, gli autori auspicano la conduzione di studi più ampi per la conferma della validazione e la comparazione con altri marker molecolari prognostici.