venerdì, 2 giugno 2023
Medinews
18 Dicembre 2008

PREVENZIONE DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO IN PAZIENTI CON TUMORE

Domenica, 7 dicembre – “Il tromboembolismo venoso è un problema di salute pubblica molto serio che colpisce almeno un milione di americani ogni anno ed è responsabile di un numero di decessi maggiore rispetto a quelli dovuti a cancro al seno, HIV ed incidenti automobilistici, messi insieme”. Così ha presentato questa patologia J. Evan Sadler, professore di Medicina e di Biochimica e Biofisica Molecolare alla Washington University Medical School di St. Louis. Certe condizioni, come la fibrillazione atriale, infarto pregresso, lunghi periodi di inattività, assunzione di alcuni farmaci e fattori genetici, possono aumentare il rischio trombogeno. Il tromboembolismo venoso colpisce più frequentemente i pazienti affetti da cancro e sottoposti a chemioterapia.
Giancarlo Agnelli dell’Università di Perugia ha presentato i risultati di uno studio multicentrico, randomizzato, controllato circa l’uso profilattico di eparina a basso peso molecolare in questi pazienti. Lo studio, denominato PROTECHT, ha valutato l’efficacia di nadroparina in 1166 pazienti con cancro avanzato a polmoni, colon, seno, ovario, stomaco, retto, pancreas, testa-collo e di altro tipo. Solo il 2.1% dei pazienti ha manifestato eventi tromboembolici, rispetto al 15% del gruppo di controllo trattato con placebo, il gruppo trattato con nadroparina presentava anche una riduzione globale del 47.2% del rischio di sviluppare un evento tromboembolico.


SIEnews – Numero 24 – 18 dicembre 2008
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