sabato, 7 settembre 2024
Medinews
2 Ottobre 2017

Prevention of palmoplantar erythrodysesthesia in patients treated with pegylated liposomal doxorubicin (Caelyx®)

Palmoplantar erythrodysesthesia (PPE) is one of the most frequent side effects during systemic treatment with pegylated liposomal doxorubicin (PLD, Caelyx®). PPE lesions show a range of symptoms, from numbness to painful erosions, and can have a major impact on the quality of life in affected patients. Previously, a possible pathomechanism of PPE was found in doxorubicin-treated patients based on radical formation in the skin. Here, a preventive strategy using a … (leggi tutto)

L’eritrodisestesia palmo-plantare (PPE) è un frequente effetto collaterale legato alla somministrazione di molti farmaci di comune utilizzo in oncologia. Siamo spesso abituati a osservare questo fenomeno soprattutto nei pazienti che assumono farmaci come la capecitabina, ma è bene sottolineare che si tratta di un evento comune a molte altre terapie oncologiche in particolare la doxorubicina nella formulazione peghilata liposomiale come appunto quella dello studio in analisi (Lorusso et al. Ann Oncol 2007). La modalità di presentazione e il suo evolversi fino a tossicità di grado 3 o 4 è causa comune di sospensione del trattamento, di modulazione dei dosaggi ma soprattutto di notevole impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti. Il lavoro pubblicato in questo mese sulla rivista Supportive Care in Cancer è uno studio clinico randomizzato su trentadue pazienti trattati con un unguento a base di antiossidanti verso placebo con un risultato positivo sul braccio in trattamento attivo sulla prevenzione di tossicità di grado III.
Sicuramente i limiti dello studio sono molteplici, prima di tutto la numerosità esigua del campione arruolato, nonché di quello valutabile che ha terminato lo studio. Inoltre la valutazione delle tossicità rimane soggettiva del medico valutatore senza possibilità di un cosiddetto revisore indipendente. Noti i limiti dello studio, possiamo dire che i risultati, seppur positivi, rimangono fortemente immaturi e sono sicuramente necessari ulteriori studi confirmatori dedicati.
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