22 Giugno 2009
PIEMONTE, PRIMA REGIONE PER LOTTA INFEZIONI OSPEDALE
Primo posto per il Piemonte nella classifica italiana relativa alla diffusione nelle strutture sanitarie di programmi di sorveglianza e di controllo delle infezioni ospedaliere. E’ quanto emerge dai risultati del progetto Inf-Oss, l’indagine promossa dal Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive del ministero della Salute, presentato a Torino nell’ambito di un convegno. Lo studio ha preso in considerazione diversi gruppi di indicatori, da quelli di tipo organizzativo (presenza all’interno delle aziende di comitati e di gruppi operativi per il controllo delle infezioni, nonché di medici e infermieri dedicati e di referenti di reparto), alle attività di sorveglianza, alla diffusione di protocolli operativi per il controllo delle pratiche assistenziali (misure di isolamento dei pazienti, promozione del lavaggio delle mani, procedure per la cateterizzazione, utilizzo di disinfettanti e antisettici). Parametri, quelli descritti, rispetto ai quali il sistema sanitario piemontese – di cui sono stati presi in esame 60 ospedali – si colloca sempre tra le prime posizioni, con un punteggio complessivo che lo pone al vertice delle regioni italiane. Soddisfacente in Piemonte anche l’esito della sperimentazione della campagna “Le cure pulite sono cure più sicure”, mirata alla promozione di una corretta igiene delle mani nelle strutture sanitarie. “Tra i tanti programmi di prevenzione che si possono adottare per ridurre le infezioni correlate all’assistenza – ha spiegato Carla Zotti, del Dipartimento di Sanità Pubblica e Microbiologia dell’Università di Torino – l’igiene delle mani da parte degli operatori risulta essere ad oggi la più efficace. Purtroppo, però, gli studi condotti fin dal 1980 a livello internazionale hanno messo in evidenza come negli ospedali medici e infermieri si lavino le mani in meno del 50 per cento delle occasioni in cui sarebbe opportuno farlo. E questo non solo per motivi legati ai ritmi di lavoro, ma anche per il persistere di opinioni sbagliate”. Per questo, nel 2006 l’Organizzazione mondiale della sanità ha messo a punto e proposto una strategia sperimentale “multimodale” mirata alla promozione di una corretta igiene delle mani nelle strutture sanitarie attraverso cinque azioni chiave: introduzione di cambiamenti strutturali (messa a disposizione di prodotti a base alcolica per il frazionamento delle mani, presenza di un lavandino ogni 10 letti, con sapone e salviette pulite); formazione teorica e pratica del personale; osservazione e raccolta dati; esposizione nelle stanze dei pazienti e nelle aree dedicate al personale di poster e pro-memoria sui cinque momenti in cui e’ necessario lavarsi le mani; sostegno da parte della direzione aziendale all’iniziativa, con annunci o lettere ai dipendenti. In Italia, sono state 15 le Regioni che hanno partecipato alla sperimentazione, per un totale di 127 aziende, 175 presidi e 285 reparti. Massiccia l’adesione del Piemonte, con 36 ospedali e 57 reparti (di cui 30 di terapia intensiva) e 1973 operatori coinvolti. La campagna è durata circa un anno, al termine del quale si è registrato un significativo incremento dall’adesione al lavaggio delle mani, passata globalmente a livello nazionale dal 42 al 64 per cento, con miglioramenti in tutti i reparti coinvolti, in ogni fase dell’assistenza e presso tutte le professioni sanitarie.