Ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute/Harvard Medical School di Boston e di altre istituzioni statunitensi, che hanno collaborato al Childhood Cancer Survivor Study, affermano che gli adulti sopravvissuti ad un tumore in età giovanile sono ad elevato rischio di sviluppare pensieri suicidi. Questo rischio è correlato alla diagnosi di cancro e alla salute fisica e mentale e persiste anche decenni dalla conclusione del trattamento. L’associazione di pensieri suicidi a problemi di salute fisica è significativa in quanto possono esistere condizioni trattabili per le quali i sopravviventi richiedono supporto psicologico e perché evidenzia la necessità di un approccio multidisciplinare per la cura di queste persone. Per valutare il rischio di pensieri suicidi dopo un cancro in età giovanile, i ricercatori hanno esaminato la prevalenza di questi pensieri in una coorte di adulti (età > 18 anni) sopravvissuti al cancro diagnosticato prima dei 21 anni (con intervallo di almeno 5 anni prima dell’arruolamento nello studio) rispetto a quella in un gruppo di parenti stretti senza tumore. È stata valutata la relazione tra i pensieri suicidi e il trattamento per il cancro e la salute al momento dello studio ed è stata testata l’ipotesi che una ridotta salute fisica sia significativamente associata al suicidio, dopo correzione per sintomi di depressione. Nel Childhood Cancer Survivor Study, studio multi-istituzionale coordinato dal St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis, sono stati arruolati 9126 adulti sopravvissuti al cancro in età giovanile e 2968 fratelli/sorelle (controlli) ai quali è stato chiesto di fornire i dati demografici, clinici e psicologici, inclusi pensieri suicidi nella settimana precedente al sondaggio. I dati dello studio pubblicato nella rivista Journal of Clinical Oncology (
leggi abstract originale) indicano che il 7.8% dei sopravviventi avrebbe pensieri suicidi rispetto al 4.6% dei controlli (odds ratio = 1.79; IC 95%: 1.4-2.4). Il pensiero suicida non è stato correlato a età anagrafica, età alla diagnosi, sesso, terapia per il cancro, recidiva, tempo intercorso dalla diagnosi o tumore secondario, mentre è associato alla diagnosi di cancro primario nel sistema nervoso centrale (10.6%), a depressione e a condizioni di salute sfavorevoli, inclusa la presenza di patologie croniche, dolore e basso ‘rating’ di salute globale. L’analisi di regressione logistica ha evidenziato che una salute fisica non buona allo stato attuale era significativamente associata a pensieri suicidi anche dopo aggiustamento per diagnosi di tumore e depressione.