The combination of pembrolizumab and axitinib showed antitumor activity in a phase 1b trial involving patients with previously untreated advanced renal-cell carcinoma. Whether pembrolizumab plus axitinib would result in better outcomes than sunitinib in such patients was unclear. In an open-label, phase 3 trial, we randomly assigned 861 patients with previously untreated advanced clear-cell renal-cell carcinoma to receive pembrolizumab (200 mg) … (leggi tutto)
Nello studio in aperto KEYNOTE-426 sono stati arruolati 861 pazienti affetti da RCC a cellule chiare in stadio IV di nuova diagnosi o recidivato, randomizzati a ricevere pembrolizumab 200 mg per via endovenosa ogni 3 settimane fino a 35 cicli in associazione ad axitinib 5 mg per via orale ogni 12 ore versus sunitinib al dosaggio classico. I pazienti sono stati stratificati secondo la classificazione di rischio dell’International Metastatic Renal Cell Carcinoma Database Consortium (rischio favorevole, intermedio, sfavorevole). Per essere arruolati, i pazienti non dovevano essere stati pretrattati per la malattia avanzata, avere un Karnofsky performance status ≥ 70, una malattia misurabile secondo i criteri RECIST v1.1, e un’adeguata funzionalità d’organo.I risultati dello studio sono stati presentati in occasione del Genitourinary Cancers Symposium tenutosi poche settimane fa a San Francisco e pubblicati contemporaneamente sul NEJM. Dopo un follow-up mediano di 12,8 mesi, il confronto tra i due bracci di trattamento ha evidenziato che le percentuali di sopravvivenza globale a 12 e a 18 mesi erano più elevate con pembrolizumab/axitinib rispetto a sunitinib, rispettivamente 89,9% versus 78,3% e 82,3% versus 72,1%. Anche le percentuali di sopravvivenza libera da progressione (PFS) a 12 e 18 mesi erano a favore di dell’associazione (59,6% e 41,1%) rispetto a sunitinib (46,2% e 32,9%); il valore mediano di PFS era di 15,1 mesi versus 11,1 mesi. Il vantaggio in termini di sopravvivenza è stato ottenuto indipendentemente dallo stato di PD-L1 o dalla presenza di fattori di rischio. La ORR era 59,3% con la combinazione e 35,7% con sunitinib (p < 0,0001), mentre la durata della risposta non era stata raggiunta nei pazienti trattati pembrolizumab/axitinib, ed era di 15,2 mesi in quelli trattati con sunitinib. La combinazione ha inoltre evidenziato un buon profilo di tollerabilità, in linea con il meccanismo di azione delle due molecole.
Si tratta di uno studio importante, che pone le basi per un cambiamento nella pratica clinica nel carcinoma del rene.