Roma, 16 febbraio – Sono uomini in tre casi su 5 i pazienti italiani in emodialisi. E oltre la metà (55%) ha tra i 61 e gli 80 anni. È l’identikit del malato di insufficienza renale cronica, tracciato dagli esperti di 54 centri specializzati coinvolti nel ‘Progetto MigliorDialisi’, presentato oggi a Roma. L’indagine, durata due mesi, si è basata su una serie di domande rivolte ai pazienti, che spaziavano dalla qualità dell’assistenza allo stile di vita e alle cure. All’iniziativa hanno partecipato 1.238 persone in emodialisi, presso centri sparsi su tutto il territorio nazionale: 17 nel Nord-Ovest, 10 nel Nord-Est, 7 nel Centro Italia, 20 nel Sud e Isole. La ricerca è stata promossa dalla Fondazione italiana del rene-Onlus (Fir) e realizzata da Cegedim Strategic Data, con il contributo di Shire. Ne è emerso, per quanto riguarda il profilo dei pazienti, che le persone in emodialisi sono uomini nel 64% dei casi e donne nel restante 36%; il 35% degli intervistati ha meno di 61 anni, il 55% è nella fascia d’età tra i 61 e gli 80 anni e il 10% è ultraottantenne. In tema di trapianti, argomento affrontato dall’indagine seppure un po’ a margine, il 22% degli intervistati è in lista per il trapianto e il 74% è in fase di accertamento. E tra i 913 che non sono in lista, il 38% è stato escluso per una questione di età e quasi tutti gli altri per problemi di salute. Fa eccezione un dato: l’11% non vuole il trapianto per libera scelta. In Italia, secondo il Registro italiano di dialisi e trapianto della Società italiana di nefrologia (Sin) relativo al 2004, sono in media 169 per milione di persone i pazienti che iniziano la dialisi ogni anno. L’incremento negli anni è stato notevole, visto che, secondo il Registro della Società europea di nefrologia, i pazienti che avevano iniziato la dialisi nel 1993 erano stati 90 per milione di persone.
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