La combinazione dei due agenti costituirebbe un regime di terza linea attivo in una popolazione di pazienti ben definita attraverso marcatori biologici. Scopo dello studio, pubblicato sulla rivista Annals of Oncology (
leggi abstract), era valutare efficacia e tolleranza della combinazione di panitumumab e irinotecan in pazienti con tumore metastico del colon-retto, KRAS ‘wild-type’, refrattario alla chemioterapia standard (oxaliplatino, fluoropirimidine-irinotecan e bevacizumab). Lo stato KRAS è stato dapprima esaminato localmente, ma la successiva validazione dello stato KRAS e ulteriori determinazioni (mutazioni rare di KRAS, NRAS, BRAF e numero di copie di EGFR) sono state eseguite centralmente. I pazienti hanno ricevuto panitumumab (6 mg/kg) e irinotecan (180 mg/m
2) ogni due settimane. Gli investigatori francesi afferenti al Gruppo Cooperativo Multidisciplinare di Oncologia GERCOR hanno incluso nello studio 65 pazienti eleggibili. Il tasso di risposta oggettiva (ORR) è risultato del 29.2% (intervallo di confidenza [IC] 95%: 18.2 – 40.3), la sopravvivenza libera da progressione e globale mediana erano rispettivamente 5.5 e 9.7 mesi e gli effetti tossici di grado 3 – 4 erano più frequentemente problemi cutanei (32.3%), diarrea (15.4%) e neutropenia (12.3%). Campioni di tessuto sono stati raccolti da 60 pazienti. L’ORR è risultato pari al 35.2% (IC 95%: 22.4 – 47.9) nella popolazione KRAS ‘wild-type’ con confermata mutazione ai codoni 12 o 13 (n = 54). In totale, 13 pazienti erano portatori di una mutazione NRAS, BRAF o KRAS rara, ma nessuna risposta tumorale è stata osservata in questo sottogruppo rispetto all’ORR del 46.3% (IC 95%: 31.1 – 61.6) registrato nei 41 pazienti con mutazioni non identificate. In conclusione, secondo gli autori la combinazione panitumumab – irinotecan costituisce un regime di terza linea attivo in una popolazione ben definita, identificata con l’utilizzo di biomarcatori.