Una nuova formulazione di paclitaxel in nanoparticelle legate ad albumina (nab-paclitaxel, ABI-007), somministrata come unico agente in seconda linea per il trattamento del carcinoma uroteliale metastatico, è risultata ben tollerata e di beneficio clinico nei pazienti divenuti refrattari a regimi contenenti platino. Ad oggi nessuna chemioterapia standard di seconda linea è prevista per il trattamento di questo tumore. Sia paclitaxel che docetaxel sono utilizzati, ma le percentuali di risposta sono inferiori al 20% e la sopravvivenza non è alterata. In questo studio multicentrico di fase II, presentato recentemente ad Orlando in Florida al 2011 Genitourinary Cancers Symposium dell’ASCO (
leggi abstract originale), ricercatori canadesi hanno valutato in uno studio in due stadi l’efficacia e la tollerabilità della nuova formulazione di paclitaxel, ABI-007, somministrato come singolo agente in pazienti con carcinoma uroteliale metastatico, in progressione o refrattario dopo chemioterapia di prima linea contenente platino. ABI-007 è stato somministrato alla dose di 260 mg/m
2 per via endovenosa ogni 3 settimane fino a progressione. La valutazione clinica e dei parametri emato-chimici è stata effettuata ad ogni ciclo di trattamento con rivalutazione dello stadio della malattia dopo scansione TC ogni 2 cicli. L’arruolamento di 48 persone è stato completato e le caratteristiche basali erano le seguenti: rapporto maschi/femmine 40/8; età mediana 68 anni; performance status ECOG 0/1/2: 15/24/8. Sono stati somministrati 248 cicli di trattamento, con una mediana di 5.5 cicli per paziente con 17/48 pazienti (35%) per i quali è stata necessaria una riduzione della dose. Gli eventi avversi più frequenti sono stati alopecia (12%), fatigue (12%), dolore (12%), neuropatia (9%) e nausea (4%). Quelli di grado 3+ più frequentemente osservati sono stati dolore (45%), ipertensione (14%), fatigue (8%), rigidità articolare (5%), neuropatia (4%) e debolezza (4%). Quaranta pazienti sono stati valutati: uno ha manifestato risposta completa (CR, 2.5%), 11 risposta parziale (PR, 28%), 9 stabilizzazione della malattia (SD, 23%) e 20 progressione (49%). Un paziente non era valutabile e 7 non sono ancora stati esaminati perché al momento della pubblicazione non rientravano nella tempistica. In definitiva il paclitaxel legato ad albumina ha evocato una percentuale globale di risposta del 33% (CR+PR, 12/36) e di beneficio clinico del 58% (CR+PR+SD, 21/36), indicando percentuali di risposta tra le più alte ad oggi osservate nel trattamento di seconda linea del carcinoma uroteliale. I risultati, inoltre, suggeriscono l’opportunità del proseguimento dello studio di ABI-007 per questo tumore.