sabato, 23 settembre 2023
Medinews
1 Marzo 2011

PACLITAXEL LEGATO AD ALBUMINA ATTIVO IN SECONDA LINEA SUL CARCINOMA UROTELIALE METASTATICO

Una nuova formulazione di paclitaxel in nanoparticelle legate ad albumina (nab-paclitaxel, ABI-007), somministrata come unico agente in seconda linea per il trattamento del carcinoma uroteliale metastatico, è risultata ben tollerata e di beneficio clinico nei pazienti divenuti refrattari a regimi contenenti platino. Ad oggi nessuna chemioterapia standard di seconda linea è prevista per il trattamento di questo tumore. Sia paclitaxel che docetaxel sono utilizzati, ma le percentuali di risposta sono inferiori al 20% e la sopravvivenza non è alterata. In questo studio multicentrico di fase II, presentato recentemente ad Orlando in Florida al 2011 Genitourinary Cancers Symposium dell’ASCO (leggi abstract originale), ricercatori canadesi hanno valutato in uno studio in due stadi l’efficacia e la tollerabilità della nuova formulazione di paclitaxel, ABI-007, somministrato come singolo agente in pazienti con carcinoma uroteliale metastatico, in progressione o refrattario dopo chemioterapia di prima linea contenente platino. ABI-007 è stato somministrato alla dose di 260 mg/m2 per via endovenosa ogni 3 settimane fino a progressione. La valutazione clinica e dei parametri emato-chimici è stata effettuata ad ogni ciclo di trattamento con rivalutazione dello stadio della malattia dopo scansione TC ogni 2 cicli. L’arruolamento di 48 persone è stato completato e le caratteristiche basali erano le seguenti: rapporto maschi/femmine 40/8; età mediana 68 anni; performance status ECOG 0/1/2: 15/24/8. Sono stati somministrati 248 cicli di trattamento, con una mediana di 5.5 cicli per paziente con 17/48 pazienti (35%) per i quali è stata necessaria una riduzione della dose. Gli eventi avversi più frequenti sono stati alopecia (12%), fatigue (12%), dolore (12%), neuropatia (9%) e nausea (4%). Quelli di grado 3+ più frequentemente osservati sono stati dolore (45%), ipertensione (14%), fatigue (8%), rigidità articolare (5%), neuropatia (4%) e debolezza (4%). Quaranta pazienti sono stati valutati: uno ha manifestato risposta completa (CR, 2.5%), 11 risposta parziale (PR, 28%), 9 stabilizzazione della malattia (SD, 23%) e 20 progressione (49%). Un paziente non era valutabile e 7 non sono ancora stati esaminati perché al momento della pubblicazione non rientravano nella tempistica. In definitiva il paclitaxel legato ad albumina ha evocato una percentuale globale di risposta del 33% (CR+PR, 12/36) e di beneficio clinico del 58% (CR+PR+SD, 21/36), indicando percentuali di risposta tra le più alte ad oggi osservate nel trattamento di seconda linea del carcinoma uroteliale. I risultati, inoltre, suggeriscono l’opportunità del proseguimento dello studio di ABI-007 per questo tumore.
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