13 Dicembre 2010
OSPEDALI: IN 3 ANNI -10% RICOVERI, MA ANCORA 11 MLN EVITABILI
Tra il 2005 e il 2008, i ricoveri nel nostro Paese sono diminuiti del 10% circa. La diminuzione si riscontra in particolare in Lazio e Abruzzo (-20%), Sardegna (-16%) e Sicilia (-12%). Tuttavia, ancora 15 milioni di italiani delle regioni centro-meridionali corrono il rischio di passare un giorno generico in ospedale di quasi il 40% più alto rispetto ad altri 15 milioni di abitanti centro-settentrionali, e sono 11 milioni complessivamente le giornate di ricovero che si potrebbero evitare. Sono alcuni tra i dati contenuti nel rapporto sulla ospedalizzazione evitabile curato da Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Istat, Università di Roma Tor Vergata e Nebo Ricerche PA., elaborato nell’ambito del Progetto inter-istituzionale ed inter-disciplinare ERA. Come emerge dai dati riferiti, il punto di partenza del rapporto e’ la polarizzazione Nord-Sud. Dei circa 11 milioni di giornate di ricoveri evitabili individuate dal gruppo di lavoro, 6,4 milioni di giornate di degenza avvenute nel 2008 sono potenzialmente inappropriate e contrastabili con appropriati interventi di vaccinazione, controllo pre-ospedaliero dei casi acuti e corretta gestione delle cronicità, sempre in ambito extra-ospedaliero; 4,8 milioni di giornate di degenza, sempre nel 2008, sono potenzialmente prevenibili, contrastabili con efficaci interventi di prevenzione primaria volti ad eliminare alla radice le cause di ospedalizzazione con migliori stili di vita e prevenzione degli incidenti. “L’Atlante sui Ricoveri Evitabili – ha spiegato Susanna Conti, Direttore dell’Ufficio di Statistica e nel Gruppo di Coordinamento del progetto ERA – va ad aggiungersi a quanto già prodotto dallo studio ERA e va a costituire un nuovo contributo di conoscenza scientifica in ambito di Sanità Pubblica, utile alle varie istanze decisionali, agli studiosi e alla cittadinanza”. Le situazioni più favorevoli si osservano, con un rischio di ospedalizzazione inappropriata di circa il 40% inferiore alla media italiana, a Novara, per il genere maschile, e a Camerino per il genere femminile; le situazioni peggiori si hanno a Teramo ed Enna, con un rischio di ospedalizzazione inappropriata che, all’opposto, supera del 40% il valore medio nazionale. I ricoveri potenzialmente prevenibili, anche questi analizzati individualmente per ciascuna delle circa 160 Unità sanitarie in cui il Rapporto suddivide il Paese, vedono un rischio relativo minimo, del 30-35% inferiori alla media nazionale, per gli abitanti di genere maschile dell’Unita’ sanitaria Torino 3 e per gli abitanti di genere femminile della Zona territoriale di Fabriano, nelle Marche. I valori massimi si attestano su soglie 45-50% più elevati della media nazionale (nell’Area Vallecamonica-Sebino, in Lombardia, per il genere maschile, e nell’Unita’ sanitaria di Locri, in Calabria, per quello femminile).