Prima dei risultati positivi ottenuti con il sorafenib, inibitore multitarget della tirosin-chinasi, non esisteva trattamento sistemico standard per i pazienti affetti da carcinoma epatocelllulare (HCC) allo stadio avanzato. Anche se recettori per gli ormoni sessuali sono stati rilevati in biopsie di HCC, la rassegna, preparata da ricercatori italiani e pubblicata nel World Journal of Gastroenterology
(per visualizzare l’abstract in inglese clicca qui), indica che i diversi tentativi di trattamento con inibitori specifici hanno fallito. Dati preclinici ed epidemiologici che indicavano una relazione tra ormoni sessuali e tumorigenesi dell’HCC hanno condotto allo svolgimento di studi randomizzati controllati che hanno testato l’efficacia del trattamento sistemico con tamoxifene, un anti-estrogeno. La maggior parte di questi studi clinici non hanno dimostrato alcun miglioramento della sopravvivenza e anche la recente rassegna della Cochrane ha prodotto risultati sfavorevoli, ponendo in dubbio l’importanza della via mediata dal recettore degli estrogeni nell’HCC, anche se i risultati negativi potrebbero essere dovuti ad una inappropriata selezione dei pazienti. Sfortunatamente, l’espressione dei recettori per gli ormoni sessuali e l’interazione tra questa espressione e l’efficacia del tamoxifene non sono state studiate adeguatamente. In alternativa, i risultati negativi potrebbero essere spiegati dal fatto che il tamoxifene possa agire attraverso una via indipendente dal recettore per gli estrogeni, e in tal caso sarebbero necessarie dosi superiori a quelle somministrate, ma anche in questo caso un trial clinico randomizzato controllato condotto in Asia per valutare l’effetto dose-risposta è risultato completamente negativo. Risultati preliminari interessanti sono stati ottenuti quando il trattamento ormonale, con tamoxifene o megestrol, è stato selezionato in base all’espressione di recettori wild-type o varianti, rispettivamente, ma nessun ampio trial controllato è stato condotto per confermare questa strategia terapeutica. Risultati negativi sono stati ottenuti anche con la terapia anti-androgenica. Gli autori concludono quindi che non esiste alcuna evidenza di ormono-sensibilità nell’HCC e quindi le terapie ormonali non dovrebbero essere considerate tra le opzioni terapeutiche.