24 Novembre 2008
ORDINE MEDICI ROMA, NO A DENUNCIA CLANDESTINI
L’obbligo per il medico di denunciare l’immigrato clandestino che viene curato da lui porterà “alla disobbedienza civile dei medici”. È quanto sottolinea il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Mario Falconi, che ha spiegato: “Siamo fortemente preoccupati delle proposte avanzate da alcuni senatori in sede di esame del Ddl 733 sull’immigrazione per modificare l’attuale art. 35 del D.Lgs 286/98”. Si ipotizza, ha ricordato Falconi, la soppressione del punto che recita: “L’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano” (comma 5, articolo 35). “A parte l’inevitabile e diffusa disobbedienza civile che si avrebbe da parte dei medici – spiega Falconi – in considerazione della mortificazione che subirebbero le scelte etiche e deontologiche essenziali e prioritarie per un corretto esercizio professionale, si avrebbero poi altre gravi conseguenze”. Secondo l’Ordine capitolino, infatti, la modifica proposta comporterebbe una reale ripercussione sulla salute collettiva, “per il rischio di diffusione incontrollata di malattie infettive trasmissibili”. Inoltre, “si verrebbero a creare percorsi sanitari paralleli al di fuori di sistemi di controllo e verifica della sanità pubblica. Infine, è da mettere in preventivo anche un notevole aumento di costi per il servizio sanitario nazionale, dovuto all’aumento esponenziale di prestazioni urgenti di pronto soccorso più gravi, complesse e prolungate”.