4 Luglio 2011
NEGLI OBESI NON FUNZIONA IL GENE CLOCK CHE REGOLA L’ATTIVITA’ CARDIACA
Negli individui obesi l’attività delle cellule del cuore e dei vasi sarebbe indifferente ai ritmi circadiani di sonno e veglia, in quanto il gene denominato Clock, che predispone le cellule a essere più attive prima ancora che se ne presenti la necessità, risulterebbe difettoso. Ciò potrebbe spiegare, almeno in parte, il perchè gli infarti siano più frequenti e pericolosi al mattino. E’ l’ipotesi avanzata da David Stepp e dai colleghi della Georgia Health Sciences University di Augusta, negli Usa, all’Experimental Biology 2011, meeting svoltosi lo scorso mese a Washington. “Negli animali da laboratorio di peso normale – spiega Stepp, che ha coordinato la ricerca – abbiamo osservato, nelle diverse ore della giornata, una fluttuazione regolare e ripetitiva nei livelli dell’enzima necessario per produrre ossido nitrico, sostanza ben nota per la sua capacità di dilatare i vasi. Abbiamo poi misurato l’attività del gene Clock, confermando che questa è ai massimi livelli alle 7 del mattino e ai minimi alle 7 di sera”. Nei topi obesi, però, questa ciclicità veniva a mancare: o i livelli si mantenevano costanti nel corso della giornata, o avevano picchi indipendenti dall’ora. Il legame tra sovrappeso e malattie cardiovascolari non è certo una novità, e si stanno trovando nuovi meccanismi alla base di questa associazione. “Nell’ultimo Congresso europeo che si è tenuto a Stoccolma – ha aggiunto Roberto Ferrari, past president della Società Europea di Cardiologia – è stato dimostrato che nei ragazzini in forte sovrappeso le pareti del cuore sono ispessite, un fenomeno che ne altera la buona funzionalità e che non sappiamo se possa essere reversibile o no. Le sostanze messe in circolo dal grasso accumulato a livello addominale, poi, portano a una più rapida morte programmata le cellule che rivestono le pareti interne dei vasi come un pavimento: nelle zone rimaste scoperte si può così più facilmente formare una placca aterosclerotica. Una ragione in più – ha concluso Ferrari – per ricordare che le indicazioni della bilancia non sono solo di natura estetica”.
Corriere.it