Un’elevata accuratezza prognostica può essere ottenuta considerando una classificazione complessa che prenda in esame l’evoluzione della necrosi, il grado e lo stadio TNM, l’invasione vascolare e le caratteristiche sarcomatoidi. La presenza di necrosi è stata proposta quale fattore di prognosi sfavorevole nel carcinoma renale a cellule chiare. Purtroppo la classificazione basata sulla presenza o assenza di questo fattore non tiene conto della sua eterogeneità, che può essere associata ad altri importanti fattori patologici e prognostici. Ricercatori della University of California – Los Angeles hanno condotto uno studio prospettico in 343 pazienti consecutivi con carcinoma renale a cellule chiare testando la tradizionale classificazione basata sulla presenza/assenza di necrosi rispetto ad una classificazione più ampia, che consideri anche le caratteristiche patologiche e la sopravvivenza. Lo studio, pubblicato nel Journal of Urology (
leggi abstract originale), ha evidenziato la presenza di necrosi tumorale in 227 tumori (66%) e la sua associazione a tumori in fase più avanzata. Tuttavia, l’accuratezza predittiva per la sopravvivenza cancro-specifica era bassa (64.6%) e la presenza di necrosi non è stata riconosciuta quale fattore prognostico indipendente in analisi multivariata (p = 0.299). È stata osservata una significativa eterogeneità nei tumori che presentavano necrosi: l’espansione della necrosi era associata ad un più basso stato funzionale, ad un più alto grado e stadio TNM, ad invasione vascolare e a caratteristiche sarcomatoidi. La classificazione complessa quindi offre una predizione migliore della sopravvivenza cancro-specifica rispetto alla sola presenza di necrosi (74.5% vs 64.6%) ed è stata validata quale fattore prognostico indipendente in analisi multivariata (p = 0.029). Per l’uso clinico è stato identificato un cut-off del 20% per l’ulteriore sottoclassificazione prognostica dei tumori con necrosi (c-index 71.7%).