5 Ottobre 2009
L’INDAGINE, SOLO 9% ITALIANI SODDISFATTO DEL SSN
Italiani delusi dal Servizio sanitario nazionale. A essere soddisfatto della nostra sanità è infatti solo il 9% dei cittadini. Sotto accusa soprattutto i lunghi tempi d’attesa e i casi di malasanità. Un’insoddisfazione ‘pesante’, che piazza il nostro Ssn in coda alla classifica del gradimento dei cittadini europei per i rispettivi servizi sanitari. E che porta gli italiani a cercare cure oltreconfine: il 59% si dice disposto a recarsi all’estero per farsi assistere. E’ quanto emerge dal terzo Barometro annuale su attitudini, aspettative e preoccupazioni dei cittadini europei in materia di sanità, i cui risultati sono stati presentati a Chamonix (Francia). L’indagine, realizzata dall’istituto di ricerca internazionale Csa su commissione del Gruppo Europ Assistance in partnership con il Cercle Santé Société, è stata condotta nel periodo giugno-luglio 2009 su un campione di 2.400 europei (400 per Paese), tutti maggiorenni. Lo studio, avviato nel 2006, mette a confronto i cittadini di 6 nazioni del Vecchio continente (Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Svezia e Polonia) sui grandi temi d’attualità sanitaria: qualità delle cure, prevenzione, mobilità, nuove tecnologie e invecchiamento della popolazione. A far compagnia all’Italia in questa classifica è la Germania, dove appena il 9% dei cittadini giudica “eccellente” o “molto buono” il sistema sanitario. Ai primi posti per gradimento si piazzano invece la Francia e la Gran Bretagna, dove rispettivamente il 61% e il 60% dei cittadini giudica il proprio sistema sanitario “buono”, “molto buono” o “eccellente”. In Italia, rispetto al 2006, si registra un sensibile calo (-14%) della soddisfazione nei confronti delle visite mediche: quasi la metà dei cittadini (44%) esprime infatti un giudizio negativo sullo standard di cura. Migliora leggermente, al contrario, la valutazione delle cure ospedaliere: le opinioni positive (somma fra “eccellente” e “molto buono”) crescono del 5% dal 2007. L’allungamento dei tempi di attesa (temuto dal 72% del campione), l’eventualità di errori medici (dal 68%) e l’insufficienza dei finanziamenti pubblici (67%) rappresentano le principali preoccupazioni. E non mancano gli italiani che cercano la qualità all’estero. Quasi 6 su 10 si dichiarano disposti ad andare oltreconfine per usufruire di cure migliori. Non solo. Fra il 2007 e il 2009, la percentuale di chi reputa la disponibilità di strutture cliniche efficienti aspetto primario nella scelta della destinazione di un viaggio passa dal 62% al 71%. Un altro aspetto emerso dall’indagine è il risvolto che la crisi economica ha sull’accesso alle cure. Secondo il Barometro, i cittadini del Belpaese rinunciano o rimandano a “tempi migliori” le cure necessarie. La crisi economica globale che ha investito l’Europa ha rafforzato nei cittadini la convinzione che l’accesso alle cure nel proprio Paese non sia “democratico”: ne sono convinti quasi la metà degli italiani (45%, +4 punti percentuali rispetto al 2007). La cattiva congiuntura economica spiega inoltre la scelta del 36% del campione di rinunciare o rimandare le cure mediche in attesa di tempi migliori. L’Italia occupa così il primo posto tra i Paesi europei più influenzati dagli effetti della recessione. Un dato a sorpresa, poi, è emerso in materia di nuove tecnologie applicate alla sanità. Pur non essendo ancora particolarmente avvezzi a cercare informazioni sanitarie su Internet, i cittadini italiani sembrano però favorevoli alla diffusione e all’utilizzo di consulenze mediche via web (47%). Un dato curiosamente in controtendenza rispetto alla più bassa media europea. Interrogati inoltre rispetto alla possibilità di esprimere liberamente una valutazione dei medici e delle strutture ospedaliere nazionali attraverso piattaforme online, gli italiani si dimostrano positivamente favorevoli (45% nel primo caso e 53% nel secondo). In materia di prevenzione (diagnosi, check-up sanitario o visite mediche), l’Italia è, insieme alla Francia, il fanalino di coda tra i Paesi Europei: solo il 57% dei cittadini dichiara di essersi sottoposto a una diagnosi per malattie gravi quali il cancro o l’Hiv nel corso degli ultimi 5 anni. Maggiore interesse riscuote nel Belpaese la salute dei denti (il 67% degli italiani ha effettuato un check-up odontoiatrico). Seppur poco propensi a ‘giocare d’anticipo’, comunque, gli italiani – con il 65% di risposte positive – sono fra i cittadini europei maggiormente interessati alla possibilità di usufruire di un programma di prevenzione vitalizio. A patto però di non doverlo pagare di tasca propria: per l’81% del campione è lo Stato che dovrebbe farsi carico della prevenzione dei suoi cittadini. L’indagine ha analizzato anche il problema dell’invecchiamento e degli anziani non autosufficienti. Per gli italiani un problema di cui deve farsi carico lo Stato. Nella Penisola, la percentuale di insoddisfatti rispetto alle modalità con cui il problema viene affrontato si attesta al 57% del campione. La soluzione individuata come più efficace per contrastare i problemi derivati dall’aumento del numero delle persone anziane o dipendenti è l’assistenza a domicilio (74%). Per finanziarla, il 54% del campione suggerisce un contributo misto, pubblico e privato. Questa tendenza resta pressoché invariata dal 2006 a oggi.