L’associazione delle due terapie, pur aumentando la percentuale di remissione completa, espone al rischio di secondi tumori. Ematologi-oncologi liguri hanno valutato retrospettivamente 139 pazienti con linfoma di Hodgkin (LH) in stadio I e II, con diagnosi posta tra il 1995 e il 2007 e che avevano ricevuto chemioterapia da sola (CT; principalmente ABVD) o un trattamento combinato chemioterapia + radioterapia (CT+RT). I due gruppi erano paragonabili per caratteristiche cliniche e istologiche. Lo studio pubblicato nella rivista Annals of Hematology (
leggi abstract originale) ha indicato una percentuale più alta di remissioni complete con la combinazione CT+RT, rispetto alla sola CT (96% vs 84%, rispettivamente; p = 0.03). La percentuale di recidiva (12%), la durata della sopravvivenza libera da malattia (82% e 83%; p = 0.47) e la sopravvivenza globale erano comparabili nei due gruppi di trattamento. Nel gruppo di pazienti trattati con sola CT non è stato osservato sviluppo di secondi tumori, mentre nel gruppo trattato con la combinazione è stata diagnosticata una seconda neoplasia in 4 pazienti (5%; p = 0.09). I risultati dello studio indicano che la combinazione CT+RT rappresenta un’opzione efficace e relativamente ben tollerata per il trattamento del LH in stadio precoce, anche se l’uso della RT può essere associato ad un certo rischio di sviluppare secondi tumori. In definitiva, però, 4-6 cicli di ABVD possono offrire un controllo altrettanto efficace ed ottimale della malattia a lungo termine, evitando l’esposizione al rischio di sviluppare una seconda neoplasia.