29 Giugno 2009
ISS IN MORSA PRECARIATO, 34% RICERCATORI ‘FANTASMA’
Lavoratori ‘fantasma’, con l’incubo costante della scadenza del contratto dietro l’angolo. Co.co.co, collaboratori esterni o dipendenti assunti temporaneamente, ovvero rigorosamente a termine: per loro la parola ‘indeterminato’ diventa un vero e proprio miraggio. All’Istituto superiore di sanità, fiore all’occhiello della ricerca ‘nostrana’, i precari rappresentano il 34% del totale dipendenti, per lo più ricercatori impegnati in progetti di studio che scadranno ben oltre il loro contratto. Se poi nei numeri, presentati nella sede dell’Istituto dall’Assemblea permanente dei lavoratori dell’Iss, si fanno rientrare anche i dipendenti in formazione, la percentuale sale di altri 10 punti, arrivando al 44% dei dipendenti. All’inizio di quest’anno, i lavoratori ‘fantasma’ dell’Iss erano 1.202 – tenendo in debito conto anche i ricercatori in formazione – a fronte di 1.528 assunti regolarmente. E la tortuosa strada del precariato appare infinitamente lunga, con una media di 8,5 anni di attesa prima di giungere all’agognato contratto a tempo indeterminato. Numeri che appaiono ancor più amari “considerando che i precari – ha spiegato Nicola Vanacore, dell’Iss, presentando i numeri tratti dal censimento del personale svolto dall’assemblea – sono mediamente presenti nei due terzi delle pubblicazioni e nel 20% circa delle stesse compaiono come primo autore”. L’assemblea del personale si è costituita all’indomani del disegno di legge, attualmente in discussione al Senato, che tra i vari provvedimenti prevede la delega al Governo per la riorganizzazione di enti vigilati dal ministero del Welfare, compreso l’Iss. Un provvedimento che preoccupa i dipendenti, tanto più alla luce dei passaggi del testo in cui si parla di ‘semplificazione e snellimento’ dell’organizzazione, e di ‘razionalizzazione e ottimizzazione delle spese e dei costi di funzionamento’. Il timore è che a pagare il conto siano, alla fine dei giochi, proprio i precari dell’Istituto, per lo più costituiti da donne, stando ai dati presentati questa mattina. Ma il Ddl 1167 non è l’unico provvedimento ad allarmare i dipendenti dell’Iss. Altra questione il decreto Brunetta, soprattutto nel passaggio in cui attua dei distinguo tra dipendenti ‘buoni’ e ‘cattivi’. “Non ci preoccupa affatto la valutazione del nostro lavoro – ha precisato Vanacore – ma non approviamo prese di posizione con una mera valenza punitiva, e che temiamo finiscano per avere l’obiettivo di ridurre l’organico. Se per due anni consecutivi si finisce nella lista dei ‘cattivi’, infatti, il lavoratore può essere licenziato”. Valutare un ente di ricerca, però, “appare estremamente difficile”, senza contare che “un ricercatore può giungere a risultati concreti – ha sottolineato Vanacore – anche dopo anni e anni di studio”. Intanto i precari dell’Iss tentano di far sentire la loro voce, ricordando che all’interno dell’istituto si giunge a un contratto regolare non prima dei 42/43 anni d’età, piuttosto tardi per mettere su famiglia, fanno notare. All’ingresso della struttura i dipendenti ‘a termine’ hanno affisso cartelli in cui ricordano il loro lavoro, portato avanti giorno per giorno con dedizione e sacrificio. “Se ci togliamo di mezzo – hanno affermato – qualcuno se ne accorgerà, ne siamo certi”.