Risultati incoraggianti sono stati ottenuti sulla sopravvivenza globale e libera da progressione in un limitato numero di pazienti
La somministrazione diretta in arteria epatica di iodio-131-lipiodol rappresenta una delle modalità di radioterapia nel carcinoma epatico. La sua efficacia sembra promettente secondo quanto risulta da trial clinici che l’hanno applicata in terapia adiuvante, dopo resezione chirurgica del carcinoma epatico, anche se ulteriori ricerche sul ruolo nella terapia palliativa devono essere sviluppate. Ricercatori australiani hanno condotto una revisione retrospettica su 72 pazienti con carcinoma epatico non resecabile, trattati con iodio-131-lipiodol e seguiti dal servizio epatobiliare del St. George Hospital di Sidney. L’efficacia del trattamento è stata valutata analizzando gli esiti di sopravvivenza libera da progressione e globale (endpoint) con il metodo di Kaplan-Meier. In totale sono stati trattati 60 uomini e 12 donne (età media 65 anni, deviazione standard 0.11). L’epatite cronica virale è stata osservata in 29 pazienti (41%), 50 (69%) erano in classe Child-Pugh A. Lo studio pubblicato nella rivista Cancer (leggi abstract originale) ha indicato una sopravvivenza libera da progressione di 6 mesi e una sopravvivenza globale di 14 mesi; le percentuali di sopravvivenza a 1, 2 e 3 anni erano rispettivamente 52%, 33% e 20%. Fattori associati alla sopravvivenza sono risultati l’American Joint Committee on Cancer stage (p = 0.03), il Barcelona Clinic Liver Cancer stage (p = 0.05), il Cancer of the Liver Italian Program score (p = 0.008), le dimensioni del tumore (p = 0.01), la sede extraepatica (p < 0.001), una precedente procedura chirurgica (p = 0.02) e la risposta al trattamento (p < 0.001), ma la risposta al trattamento è stata identificata quale unico fattore predittivo indipendente di sopravvivenza in analisi multivariata (hazard ratio 3.5, intervallo di confidenza 95%: 2.2 – 5.4; p < 0.001). Secondo gli autori, la somministrazione di iodio-131-lipiodol in pazienti con carcinoma epatico non operabile può risultare in una incoraggiante prognosi di sopravvivenza.Liver Cancer Newsgroup – Numero 7 – Luglio 2010