La nefrectomia radicale espone ad un maggiore rischio di sviluppare insufficienza renale, che a sua volta favorisce la mortalità cancro-specifica, cardiovascolare e per altre cause
La nefrectomia radicale è tradizionalmente preferita alla nefrectomia parziale nei pazienti con carcinoma renale localizzato per la semplicità d’applicazione e per l’ormai noto controllo sulla malattia. Dati recenti hanno però suggerito che questi pazienti presentano un significativo rischio di morte per altre cause, alcune delle quali accresciute dall’insufficienza renale cronica. Per questo motivo, urologi del Glickman Urological and Kidney Institute di Cleveland hanno valutato la sopravvivenza globale, quella cancro-specifica e la sopravvivenza cardio-specifica nei pazienti con tumori in stadio cT1b, che si sottoponevano a nefrectomia radicale o parziale. Dal 1999 al 2006, 1004 pazienti con masse renali di 4-7 cm sono stati sottoposti a rimozione chirurgica del tumore: 524 a nefrectomia parziale e 480 a nefrectomia radicale. I ricercatori hanno generato un modello di propensione basato sulle caratteristiche preoperatorie dei pazienti e hanno successivamente modellato la sopravvivenza con variabili addizionali dello stadio patologico e della nuova funzione renale basale. In analisi multivariata, la sopravvivenza cancro-specifica è risultata simile per i pazienti trattati con nefrectomia parziale o radicale. I pazienti che si sottoponevano a chirurgia radicale mostravano più frequentemente perdita di funzionalità renale rispetto a quelli che si sottoponevano a nefrectomia parziale. In analisi multivariata, la perdita media in eccesso di funzione renale osservata con nefrectomia radicale era associata ad un aumento del 25% (IC 95%: 3-73) del rischio di morte cardiaca e ad un aumento del 17% (IC 95%: 12-27) del rischio di morte per ogni altra causa. Lo studio pubblicato nella rivista Journal of Urology (leggi abstract originale) indica che la nefrectomia parziale offre una sopravvivenza cancro-specifica equivalente alla radicale e che è tecnicamente effettuabile in almeno il 50% dei pazienti con tumore in stadio cT1b; la preservazione della funzione renale è significativamente migliore nei pazienti sottoposti a nefrectomia parziale. L’insufficienza renale postoperatoria è stata evidenziata quale fattore predittivo indipendente di sopravvivenza globale e cardiovascolare specifica. Gli autori auspicano che sforzi siano fatti per limitare la perdita delle funzione renale associata alla chirurgia delle masse renali tumorali localizzate.Renal Cancer Newsgroup – Numero 3 – Marzo 2010