14 Settembre 2010
INSUFFICIENZA CARDIACA DOPO L’INFARTO: COPEPTINA NUOVO BIOMARCATORE
Uno studio pubblicato su European Heart Journal ha confrontato un nuovo marcatore, la copeptina, rispetto ad altri due biomarker, il BNP (peptide natriuretico di tipo B) e il NT-proBNP (pro-BNP N-terminale), per quanto riguarda il valore prognostico di mortalità e di un insieme di eventi cardiovascolari (end point composito) comprendente nuovo infarto, ictus e/o arresto cardiaco, in pazienti che hanno sviluppato insufficienza cardiaca dopo infarto miocardico acuto. E’ stato analizzato un sottogruppo di pazienti dello studio OPTIMAAL, ai quali sono stati prelevati campioni di sangue in media 3 giorni dopo l’infarto miocardico acuto, quando tali pazienti mostravano segni e/o sintomi di scompenso cardiaco o una frazione d’eiezione ventricolare sinistra inferiore a 0,35. L’età media dei pazienti era di 67 anni e il follow-up medio di 33 mesi. All’analisi di sopravvivenza i più alti livelli di copeptina, BNP, e NT-proBNP sono risultati tutti significativamente correlati sia alla mortalità sia all’endpoint cardiovascolare composito. Un raddoppio dei livelli di copeptina era associato a un aumento del rischio di mortalità di 1,83 volte e a un aumento del rischio composito cardiovascolare di 1,35 volte. Le analisi hanno indicato che la copeptina era un predittore di mortalità più significativo rispetto agli altri due biomarker messi a confronto.
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