Non è sufficiente solo la classificazione TNM, ma è necessario anche specificare l’infiltrazione del grasso perirenale in termini di infiltrazione del grasso perinefritico (PN) e del seno renale (SR) per la valutazione della sopravvivenza cancro-specifica. L’infiltrazione del grasso perirenale infatti non offre alcuna informazione sulla prognosi dei pazienti, anche se la classificazione TNM del carcinoma renale identifica lo stadio T3a con l’invasione del grasso perirenale e/o diretta della ghiandola surrenale. Dal 1990 a ottobre 2007, 106 pazienti con carcinoma renale in stadio avanzato (T3a), tutti sottoposti a nefrectomia radicale, sono stati seguiti prospetticamente presso il dipartimento di urologia dell’Università di Heidelberg. Per valutare gli effetti prognostici dell’infiltrazione di grasso PN, SR o entrambi (PN+SR), sono stati utilizzati modelli di regressione di Cox, prendendo in considerazione lo stato linfonodale, la presenza di metastasi, di caratteristiche sarcomatoidi e di necrosi tumorale, il grado Fuhrman, il performance status di Karnofsky e la dimensione della massa tumorale. L’invasione del solo grasso PN era osservata in 58 pazienti, quella di grasso SR in 21 e di PN+SR in 27. In analisi univariata e multivariata, l’infiltrazione di grasso SR è stato identificato quale fattore prognostico sfavorevole (hazard ratio [HR] = 2.24; p = 0.019). In analisi univariata, l’infiltrazione di grasso PN+SR ha indicato un effetto prognostico peggiore (HR = 3.25; p < 0.001) e in analisi multivariata questa combinazione risultava fattore prognostico indipendente (HR = 2.75; p = 0.007), come anche la presenza di metastasi (HR = 5.64; p < 0.001). In questo gruppo, con infiltrazione di grasso PN+SR, la sopravvivenza a 5 anni cancro-specifica era del 31%. Gli autori dello studio, pubblicato nella rivista British Journal of Urology International (
leggi abstract originale), raccomandano la differenziazione dell’infiltrazione del grasso perirenale in grasso SR o PN nell’ambito della classificazione TNM per permettere una migliore stratificazione prognostica dei pazienti e la decisione di adottare una terapia adiuvante.