Platinum-based chemoradiation (CCRT) is the standard treatment for Locally Advanced Head and Neck Squamous-Cell Carcinoma (LAHNSCC). Cetuximab/RT (CET/RT) is an alternative treatment option to CCRT. The efficacy of induction chemotherapy (IC) followed by chemoradiation compared to chemoradiation alone has not been demonstrated in randomized clincal trials. The goals of this phase II-III trial were to assess: 1) the overall survival … (leggi tutto)
Le neoplasie del distretto cervicofacciale con istotipo squamoso rappresentano il 5% delle nuove diagnosi di tumore maligno e – secondo il libro bianco dell’oncologia italiana 2016 – hanno un’incidenza annua di oltre 9.000 nuovi casi e causano poco meno di 3.000 decessi. Nella malattia localmente avanzata lo standard di trattamento prevede una combinazione di chemio-radioterapia con platino (una alternativa possibile è la combinazione di radioterapia e cetuximab).Lo studio, coordinato e condotto da un gruppo cooperativo italiano, si proponeva di verificare se il trattamento di induzione con 3 cicli di docetaxel/cisplatin/5-fluorouracile (TPF) impattasse sulla sopravvivenza prima della chemio-radioterapia. I pazienti, inclusi nello studio, dopo la randomizzazione a terapia di induzione o meno, potevano avere una seconda randomizzazione (chemio-radioterapia vs cetuximab e radioterapia). Dopo un follow-up mediano di 45 mesi, gli autori hanno dimostrato che la sopravvivenza globale mediana era significativamente più lunga nel braccio sperimentale (54,7 mesi vs 31,7 mesi; numero di decessi 97 vs 107, HR 0,74; IC 95%: 0,56-0,97, p = 0,031). Inoltre, vi era anche un vantaggio dell’11% assoluto in sopravvivenza a 3 anni (57,5% vs 46,5%), in sopravvivenza libera da progressione (HR 0,72; IC 95%: 0,56-0,93; p = 0,013), in tasso di risposte complete (p = 0,003) e nel controllo locoregionale della malattia, sebbene la chemioterapia di induzione causasse maggiore tossicità midollare e infettiva.
Il trattamento di induzione configura quindi una possibile nuova opzione da considerare almeno nei pazienti a peggiore prognosi e sembrava produrre un maggior beneficio per la popolazione poi trattata con cetuximab e radioterapia vs quella trattata con chemio-radioterapia (sebbene il test di interazione avesse p = 0,08).