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12 Febbraio 2009

INCIDENZA DI TUMORE E FATTORI DI RISCHIO ASSOCIATI A EPATITE C AVANZATA

In un’ampia popolazione di pazienti con fibrosi o cirrosi da infezione del virus dell’epatite C, inclusi nello studio HALT-C, è stata valutata l’incidenza di epatocarcinoma

Sebbene negli Stati Uniti l’incidenza di epatocarcinoma sia in aumento, i dati ottenuti da ampi studi prospettici sono limitati. I partecipanti allo studio HALT-C (Hepatitis C Antiviral Long-Term Treatment against Cirrhosis) hanno valutato l’incidenza di epatocarcinoma e i fattori di rischio associati alla malattia. I pazienti positivi al virus dell’epatite C che presentano fibrosi o cirrosi ma non rispondono a Peg-interferone e ribavirina sono stati randomizzati a terapia di mantenimento con Peg-interferone per 3.5 anni o a nessun trattamento. L’incidenza di epatocarcinoma è stata determinata attraverso l’analisi di Kaplan-Meier e l’associazione con l’epatocarcinoma dei fattori di rischio a livello basale è stata analizzata con la regressione di Cox. Nello studio, pubblicato nella rivista Gastroenterology (leggi abstract originale), sono stati arruolati 1005 pazienti (età media 50.2 anni; 71% maschi, 72% di razza bianca, 59% con fibrosi diffusa e 41% con cirrosi). Durante un follow-up mediano di 4.6 anni (massimo: 6.7 anni), l’epatocarcinoma si è sviluppato in 48 pazienti (4.8%). L’incidenza cumulativa del tumore epatico a 5 anni era simile tra i pazienti trattati con Peg-interferone e nei controlli (rispettivamente 5.4% vs 5.0%; p = 0.78) ed era leggermente più alta tra i pazienti con cirrosi rispetto a quelli con fibrosi (7.0% vs 4.1%; p = 0.08). L’epatocarcinoma si è sviluppato in 8 pazienti (17%) i cui campioni bioptici seriali avevano mostrato solo fibrosi. Il modello di analisi multivariata che comprendeva età più avanzata, razza nera, più basso numero di piastrine, più alti livelli di fosfatasi alcalina, presenza di varici esofagee e abitudine al fumo, è stato sviluppato per la predizione del rischio di epatocarcinoma. I ricercatori nordamericani hanno evidenziato che la terapia di mantenimento con Peg-interferone non riduce l’incidenza di epatocarcinoma nella popolazione dello studio HALT-C, mentre le caratteristiche cliniche e i valori basali di laboratorio sono predittivi per il rischio di sviluppare epatocarcinoma, anche se ulteriori studi sono necessari per confermare questi risultati nei pazienti con epatite cronica di tipo C e fibrosi diffusa.

Liver Cancer Newsgroup – Numero 2 – Febbraio 2009
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