Uno studio indica che l’istologia papillare e cromofoba sono associate ad una prognosi più favorevole, anche dopo aggiustamento per i fattori che normalmente la influenzano, mentre il carcinoma a cellule chiare ha esiti peggiori. Malgrado la chiara dimostrazione che diversi sottotipi istologici di carcinoma renale siano caratterizzati da patogenesi e alterazioni genetiche distinte, l’impatto dell’esame istologico sulla prognosi rimane ancora controverso. Ricercatori del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York hanno valutato la loro esperienza sull’istologia dei pazienti con carcinoma renale localizzato. Per lo studio, pubblicato nella rivista Journal of Urology (
leggi abstract originale), sono stati considerati 1863 pazienti con carcinoma renale a cellule chiare, papillare o cromofobo trattati chirurgicamente presso il centro tra il 1989 e il 2006. Modelli di regressione proporzionale di Cox sono stati utilizzati per valutare la relazione tra istologia tumorale e outcome, definito come metastasi o decesso per la malattia, normalizzati per età, sesso, tipo di procedura chirurgica, score dell’American Society of Anesthesiologists, stadio TNM e dimensioni della massa tumorale. Dei 1863 pazienti, 1333 (72%) mostravano istologia a cellule chiare, 310 (17%) avevano carcinoma renale papillare e 220 (12%) il tipo cromofobo. Il follow-up mediano dei pazienti in assenza di eventi è stato 3.4 anni. In analisi univariata, i pazienti con istologia a cellule chiare mostravano un outcome clinico peggiore. La probabilità a 5 anni di non sviluppare metastasi o morire per la malattia era dell’86% (IC 95%: 84-88), del 95% (IC 95%: 91-97) e del 92% (IC 95%: 85-96) rispettivamente nei pazienti con carcinoma cellulare a cellule chiare, papillare o cromofobo (p < 0.001). Anche in analisi multivariata, l’istologico cromofobo (HR 0.40; IC 95%: 0.20-0.80) e papillare (HR 0.62; IC 95%: 0.34-1.14) erano significativamente associati ad un esito migliore della malattia (p = 0.014). In definitiva, la conferma di un referto istologico a cellule chiare sembra essere indipendentemente associata ad un esito più sfavorevole nei pazienti sottoposti a procedura chirurgica per il carcinoma renale, anche dopo correzione per i fattori che normalmente influenzano la prognosi.