25 Maggio 2010
ICTUS: TRATTATI SOLO IL 13% DI QUELLI ISCHEMICI, LA STROKE UNIT RIDUCE MORTALITA’ DEL 3%
Ogni anno, in Italia si verificano 200mila nuovi ictus e di questi l’80% è rappresentato da nuovi episodi. La mortalità a 30 giorni dopo un ictus emorragico è pari al 50%. L’ictus è causa del 10-12% di tutti i decessi, rappresenta la prima causa di invalidità e la seconda causa di demenza. Il tasso di prevalenza di ictus nella popolazione anziana, tra i 65 e gli 84 anni è del 6,5%, più alto negli uomini (7,4%) rispetto alle donne (5,9%). Le proiezioni al 2016 stimano una crescita di circa il 22,2%. Secondo il ministro Ferruccio Fazio, che ha presentato il nuovo ‘Quaderno della Salute’ sull’ictus, le cose in Italia ”vanno male, perchè ogni anno solo 750 pazienti con ictus ischemico acuto riescono ad essere trattati con terapia trombolitica, praticamente lo 0,4% di tutti gli ictus e il 13% di quelli teoricamente trattabili”. ”Accanto alla riduzione dei fattori di rischio quali l’ipercolesterolemia, l’ipertensione e il fumo – sottolinea Fazio – occorre rendere più efficace l’intervento nella fase acuta. E’ fondamentale che a livello regionale vengano tracciati ”adeguati percorsi assistenziali che identifichino le fasi e gli aspetti essenziali del percorso e definiti modelli organizzativi a rete confacenti alle varie realta”. Inoltre come emerge dal Quaderno, il trattamento nell’assistenza dell’ictus acuto in una stroke unit rispetto a un reparto non specializzato riduce la mortalità del 3%, la dipendenza e l’istituzionalizzazione del paziente del 5% e del 2% rispettivamente.
Da Ansa