sabato, 5 ottobre 2024
Medinews
10 Aprile 2009

GIOVANE ONCOLOGO FORLIVESE VINCE KIMMEL SCHOLAR AWARD

E’ partito sei anni fa fresco di specializzazione, torna ora nelle vesti di miglior giovane ricercatore degli Stati Uniti nel campo delle terapie geniche, dopo aver scoperto una nuova strada per sconfiggere il cancro. Questa la storia del forlivese Muller Fabbri, insignito da pochi giorni del prestigioso “Kimmel Scholar Award” per il 2009. L’ambito riconoscimento, attribuito da una giuria formata dai più importanti ricercatori e oncologi americani, fra cui diversi premi Nobel, consentirà all’oncologo romagnolo di proseguire i propri studi sui micro-Rna per la produzione di geni onco-soppressori, studi nei quali verrà coinvolto anche l’Irst, l’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori di Meldola. Grazie ai 100 mila dollari all’anno, per due anni, del premio, il dottor Fabbri potrà creare due gruppi di ricerca, uno in Ohio, l’altro in Romagna, per approfondire i meccanismi legati agli Rna non codificanti, un progetto ritenuto dalla giuria del “Kimmel Scholar Award” il migliore, negli Usa, per la prevenzione, ricerca e terapia del cancro. “Mi sono trasferito negli Stati Uniti nel luglio del 2003 – racconta il dottor Fabbri -. Dopo sette anni di attività clinica prima nel reparto di Oncologia dell’ospedale ‘Pierantoni’ poi all’Hospice di Forlimpopoli, sentivo che non mi bastava più applicare le linee guida esistenti in materia. A mio avviso, ad esempio, la chemioterapia, così come veniva effettuata, aveva dato tutto ciò che poteva dare, bisognava quindi investigare più a fondo il cancro e i suoi misteri, da cui sono sempre stato affascinato”. All’inizio, tuttavia, nemmeno lui sapeva bene dove sarebbero andati a parare i suoi studi. “Il viaggio in America e’ stato una sfida – racconta – desideravo fare un’esperienza di ricerca di base in un centro all’avanguardia ma non avevo le idee chiare. Quando sono arrivato negli Usa, l’unica cosa certa era che mi sarei occupato di terapia genica”. Il primo anno l’ha trascorso alla Thomas Jefferson University di Philadelphia, nell’equipe del professor Carlo Croce. “Ho studiato come creare vettori virali in grado di trasformare i geni oncosoppressori – spiega il dottor Muller Fabbri -. Alla fine, sono riuscito a mostrare come un gene particolare, il WWOX, sia in grado di impedire lo sviluppo del tumore nel polmone. La ricerca ha avuto ampia risonanza, tanto che e’ stata pubblicata su Pnas,”. A partire dal 2004, il dottor Muller ha invece iniziato a seguire i micro-Rna, trasferendosi al Laboratorio di Genetica Medica del professor Croce a Columbus, nell’Ohio. “Nel 2004, nel mondo scientifico americano e’ esploso l’interesse per i micro-Rna, ovvero frammenti di Rna deputati alla regolazione dell’espressione genica – racconta il dottor Muller Fabbri – io ho avuto la fortuna di trovarmi nel posto giusto al momento giusto: il professor Croce si e’ subito buttato su questo nuovo campo di ricerca, e in breve siamo divenuti un punto di riferimento in materia per tutti gli Stati Uniti”. L’equipe del professor Croce ha infatti dimostrato come i micro-Rna abbiano un ruolo importante nello sviluppo del cancro. “Già 8 anni fa, era nota la capacità di questi frammenti di Rna di regolare la produzione di geni nelle piante – precisa il giovane ricercatore – noi siamo partiti dall’evidenza che i micro-Rna sono presenti nel tessuto tumorale in maniera diversa che in quello sano. Dunque, a nostro avviso, dovevano giocare qualche ruolo nella patologia neoplastica e, attraverso le nostre ricerche, abbiamo avuto conferma che nelle leucemie e nei tumori solidi è proprio così”. Proseguendo lo studio sul cancro del polmone, il dottor Fabbri ha poi scoperto un nuovo meccanismo di azione dei micro-Rna, in grado di operare sulle cellule tumorali. “Ho visto come alcuni tipi particolari di micro-Rna possano inibire l’espressione di due geni chiave nella metilazione del Dna, agendo sui due enzimi che sovrintendono tale processo – illustra – in questo modo è possibile arrivare a produrre geni onco-oppressori che determinano la morte della cellula tumorale. Lo studio è stato pubblicato su un’importante rivista americana e mi è valso il ‘Kimmel Scholar Award'”. Ora, grazie ai fondi messi a disposizione dal premio, il giovane ricercatore potrà approfondire i meccanismi di regolazione e deregolazione dei micro-Rna nel cancro. “Una parte delle ricerche verrà effettuata anche all’Irst – conclude il dottor Fabbri -, i due biologi che ho coinvolto lavoreranno in stretto contatto col mio gruppo americano: in questo modo potremo procedere più velocemente, senza contare la possibilità di validare a vicenda i dati e attrarre maggiori fondi di ricerca”.
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