mercoledì, 18 settembre 2024
Medinews
20 Ottobre 2017

Gefitinib Plus Chemotherapy Versus Chemotherapy in Epidermal Growth Factor Receptor Mutation–Positive Non–Small-Cell Lung Cancer Resistant to First-Line Gefitinib (IMPRESS): Overall Survival and Biomarker Analyses

The Iressa Mutation-Positive Multicentre Treatment Beyond ProgRESsion Study (IMPRESS) compared the continuation of gefitinib plus chemotherapy with placebo plus chemotherapy in patients with epidermal growth factor receptor (EGFR) mutation–positive advanced non–small-cell lung cancer with progression (Response Evaluation Criteria in Solid Tumors 1.1) after first-line gefitinib. Primary results indicated no difference between treatments in terms of progression- … (leggi tutto)

L’obiettivo primario di questo studio veniva presentato ormai più di un anno fa non evidenziando alcun vantaggio nei pazienti con mutazione attivante di EGFR e trattati con gefitinib e chemioterapia, rispetto a quelli trattati con chemioterapia più placebo. Nel 2015 lo studio IMPRESS non evidenziava quindi in 265 pazienti (per lo più in centri Asiatici) alcun vantaggio in sopravvivenza libera da progressione (PFS) per il braccio sperimentale. Nell’analisi primaria veniva infatti riportato un dato di PFS pari a 5,4 mesi sia nel braccio con gefitinib sia in quello con placebo (hazard ratio [HR] = 0,86; p = 0,27). Al raggiungimento di 166 eventi vengono pubblicati i dati di sopravvivenza globale (OS) sul Journal of Clinical Oncology (cutoff nel novembre 2015). Un trattamento oltre la progressione viene descritto nel 61% dei pazienti trattati con gefitinib e nel 71% nel braccio con sola chemioterapia. La OS mediana risulta di 13,4 mesi vs 19,5 mesi (HR = 1,44; p = 0,016). Viene sottolineato come una più alta proporzione di pazienti con mutazione T790M fosse presente nel braccio con gefitinib (62% vs 47%): nei pazienti con mutazione T790M il dato di sopravvivenza è di 10,8 vs 14,1 mesi (HR = 1,49; p = 0,0432), mentre per i pazienti in cui non veniva riscontrata la mutazione T790M la sopravvivenza era 21,4 vs 22,5 mesi (HR = 1,15; p = 0,6093). Anche l’analisi del PFS, in accordo con lo stato mutazionale di T790M, porta a risultati simili con un HR pari a 0,97 (p = 0,8829) nei positivi e una differenza non statisticamente significativa nei negativi (HR = 0,67; p = 0,0745).
Globalmente lo studio resta negativo non evidenziando un vantaggio nel proseguire con l’inibitore tirosino chinasico all’atto della progressione unendolo a chemioterapia, anche se queste analisi aggiuntive sembrerebbero attribuire questo mancato raggiungimento dell’obiettivo alla distribuzione dei pazienti con mutazione di resistenza. Lo studio appare oggi alquanto anacronistico, in quanto la scelta terapeutica all’atto della progressione per questi pazienti è oggi di fatto guidata dalla mutazione T790M e considerato che i dati dello studio FLAURA porteranno ad un ulteriore cambiamento delle scelte terapeutiche ab initio per questi pazienti. Nonostante ciò, i dati acquisiti con IMPRESS saranno sicuramente di aiuto nel disegno di studi futuri con l’intento di riuscire a stabilire corrette strategie terapeutiche per i pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule e mutazione attivante di EGFR.
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