giovedì, 21 settembre 2023
Medinews
28 Gennaio 2014

GAMMOPATIA MONOCLONALE DI SIGNIFICATO INDETERMINATO E RISCHIO DI NEOPLASIE MALIGNE DI TIPO LINFOIDE E MIELOIDE: 728 CASI SEGUITI PER 30 ANNI IN SVEZIA

Ricercatori dello Skåne University Hospital di Malmö, in collaborazione con colleghi statunitensi del National Cancer Institute, National Institutes of Health di Bethesda, ed europei confermano che un quoziente FLC (‘free light chain’) anormale e una concentrazione di proteina M > 1.5 g/dL, già precedentemente evidenziati nel modello della Mayo Clinic, sono fattori predittivi di progressione a mieloma multiplo. Lo studio pubblicato sulla rivista Blood (leggi testo) suggerisce inoltre che la valutazione della riduzione dei livelli di immunoglobuline isotipo 1 o 2 non coinvolte (immunoparesi), separatamente dai fattori di rischio della Mayo Clinic, potrebbe migliorare l’identificazione dei pazienti con gammopatia monoclonale di significato indeterminato (MGUS) ad alto rischio di progressione. Nei 728 casi di MGUS, seguiti per un periodo di 30 anni (follow-up mediano 10 anni), gli autori hanno stimato il rischio cumulativo di disordini ematologici che originano nella linea linfoide e mieloide. Utilizzando modelli di regressione di Cox, gli stessi autori hanno esaminato le associazioni dei fattori demografici e laboratoristici con la progressione e determinato il potere discriminatorio di tre modelli predittivi di progressione. In totale, 84 casi di MGUS hanno sviluppato un disordine linfoide, con un rischio cumulativo pari al 15.4%. Il mieloma multiplo si è manifestato in 53 pazienti e il rischio cumulativo a 30 anni è risultato pari al 10.6%, con un rischio annuale di circa 0.5%. Tre fattori sono stati significativamente associati alla progressione: un quoziente FLC anormale (< 0.26 o > 1.65), una concentrazione di proteina M ≥ 1.5 g/dL e l’immunoparesi. Un modello predittivo a effetti separati per questi tre fattori e l’isotipo di proteina M ha indicato un potere discriminante più elevato rispetto agli altri modelli, sebbene le differenze non fossero statisticamente significative. Il rischio cumulativo a 30 anni di neoplasie maligne di tipo mieloide è risultato < 2%. In conclusione, lo studio conferma che un quoziente FLC anormale e una concentrazione di proteina M > 1.5 g/dL, fattori precedentemente considerati dai ricercatori della Mayo Clinic, sono predittivi della progressione a mieloma multiplo e suggerisce che la valutazione di immunoparesi, separatamente dai fattori di rischio della Mayo Clinic, possa migliorare l’identificazione dei pazienti con MGUS ad alto rischio di progressione.
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