venerdì, 2 giugno 2023
Medinews
6 Ottobre 2017

First-line pembrolizumab in cisplatin-ineligible patients with locally advanced and unresectable or metastatic urothelial cancer (KEYNOTE-052): a multicentre, single-arm, phase 2 study

More than half of all patients with advanced urothelial cancer cannot receive standard, first-line cisplatin-based chemotherapy because of renal dysfunction, poor performance status, or other comorbidities. We assessed the activity and safety of first-line pembrolizumab in cisplatin-ineligible patients with locally advanced and unresectable or metastatic urothelial cancer. In this multicentre, single-arm, phase 2 study (KEYNOTE-052), cisplatin-ineligible patients with advanced … (leggi tutto)

Nello studio multicentrico di fase II a singolo braccio KEYNOTE-052, 370 pazienti affetti da carcinoma uroteliale localmente avanzato, non-resecabile o metastatico, non eligibili a trattamento con cisplatino, sono stati sottoposti a trattamento con pembrolizumab al dosaggio di 200 mg e.v. ogni 3 settimane. Il tasso di risposte obiettive è stato del 24%. La maggior espressione di PD-L1 è risultata essere associata ad una miglior risposta al trattamento con un tasso di risposte obiettive del 38% nei pazienti con espressione di PD-L1 in almeno il 10% delle cellule tumorali. Gli eventi avversi di grado 3-4 più frequenti sono stati la fatigue (2%), l’incremento dei livelli sierici di fosfatasi alcalina (1%), le coliti (1%) e la debolezza muscolare (1%). Il pembrolizumab ha pertanto dimostrato una buona attività antitumorale e un buon profilo di sicurezza nel trattamento di prima linea di pazienti affetti da carcinoma uroteliale avanzato non-fit per cisplatino.
Alla luce del fatto che, nella pratica clinica, più della metà dei pazienti non possono essere trattati con cisplatino a causa del non adeguato performance status, clearance della creatinina < 60 ml/min o presenza di comorbilità, quali l’ipoacusia o la neuropatia, vi è la stringente necessità di individuare trattamenti alternativi. I risultati dello studio KEYNOTE-052, pur non modificando l’attuale scenario terapeutico, fanno del pembrolizumab un possibile candidato nel trattamento di prima linea in pazienti non-fit per cisplatino.
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