Un’analisi (prospettica) condotta da urologi italiani su una serie di pazienti con carcinoma renale papillare (CCRp) ha mostrato esiti peggiori di quanto precedentemente riportato e il grado Fuhrman è stato confermato quale unico fattore predittivo indipendente di sopravvivenza. Gli autori dello studio, pubblicato nel British Journal of Urology International (per scaricare l’abstract originale clicca
qui), hanno indagato l’esito clinico di una serie di CCRp al fine di identificare le variabili cliniche prognostiche e i possibili marcatori tumorali, dato che precedenti serie retrospettive di CCRp non avevano dato risultati concordi sull’utilità prognostica delle variabili clinico-patologiche. Nel periodo 1989-2002, sono stati diagnosticati 46 casi di CCRp, seguiti prospetticamente fino a maggio 2006. La patologia è stata rivalutata per quanto riguarda sottotipo di CCRp (tipo 1 e 2) e immunoistochimica (MIB-1, VEGF, CD31 e proteina oncogenica c-met) a un patologo di riferimento. I valori prognostici sono stati valutati con il modello di Cox. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni era 49.5%, l’istologia di tipo 2 era predominante e risultava ai limiti della significatività all’analisi univariata. Lo stadio e l’espressione di MIB-1 risultavano fattori prognostici significativi all’analisi univariata, mentre il modello di Cox ha identificato solo il grado Fuhrman come predittore indipendente di sopravvivenza (hazard ratio: 3.054; p = 0.007). La determinazione dell’espressione di MET, CD31 e VEGF non si è rilevata di alcuna utilità prognostica.
Renal Cancer Newsgroup – Numero 10 – Ottobre 2008