4 Luglio 2011
ESC: “INTRODURRE STABILIZZAZIONE DELLE PLACCHE PER DIMINUIRE GLI EVENTI CORONARICI”
“Introdurre la stabilizzazione delle placche vulnerabili come obiettivo della prevenzione secondaria offrirebbe l’opportunità di ridurre di circa la metà gli eventi coronarici”. E’ quanto affermato da Ylä-Herttuala, dell’Università di Kuopio (Finlandia), presidente del Working Group su ‘aterosclerosi e biologia vascolare’ della Società Europea di Cardiologia (ESC); il gruppo da lui guidato ha recentemente pubblicato su Thrombosis and Haemostasis un nuovo documento d’indirizzo sul tema. “L’ampia diffusione della stabilizzazione delle placche vulnerabili – ha dichiarato Christian Weber, dell’Università Ludwig-Maximilians di Monaco, Germania, e membro del Working Group ESC – avrebbe importanti implicazioni socio economiche riducendo drasticamente la necessità di trattamenti invasivi”. La motivazione del documento di indirizzo è in parte quella di fornire maggiori orientamenti ai medici generali. Infatti, “dopo che i pazienti sono stati trattati con statine per due o tre anni – ha spiegato Ylä-Herttuala – i medici di famiglia possono essere preoccupati perchè non assistono ad alcun cambiamento significativo negli angiogrammi. In questi casi c’è il pericolo che si decida per l’interruzione di un trattamento salvavita”. Il concetto di stabilizzazione della placca è stato introdotto per spiegare come eventi coronarici acuti potrebbero essere ridotti dalla terapia ipolipemizzante, anche senza accompagnamento di regressione dell’aterosclerosi coronarica osservabile su angiografia. Infatti non tutte le placche sono uguali e quelle particolarmente soggette a rottura non sono necessariamente quelle che causano sintomi come l’angina. “Il progresso più importante sarebbe quello di poter contare su uno strumento di imaging non invasivo per identificare i pazienti a rischio prima che vengano colpiti da un evento cardiovascolare”, ha concluso Ylä-Herttuala.
Da: Esc