Nuove opzioni terapeutiche per la patologia epatica cronica potranno derivare dallo studio dell’epcidina, ormone che regola il metabolismo del ferro nel fegato
L’epatopatia alcolica (ALD) e l’infezione da virus dell’epatite C (HCV) interessano, sia da sole che in combinazione, più di 2 pazienti con patologia epatica su 3 nel mondo occidentale. La revisione pubblicata sul World Journal of Gastroenterology (leggi abstract originale) da ricercatori dell’Università di Heidelberg in Germania, tratta l’epidemiologia e l’impatto combinato di ALD e HCV sulla progressione della malattia epatica tenendo presente che entrambe, in maniera sinergica, influiscono sulla progressione alla cirrosi epatica e al carcinoma epatocellulare (HCC). Il rischio di sviluppare HCC aumenta di 5 volte con un consumo giornaliero di alcol di 80 g, ma in presenza di HCV aumenta di 20 volte e la combinazione con ALD porta ad un rischio superiore alle 100 volte. L’alcol inoltre diminuisce la risposta all’interferone, probabilmente per una perdita di compliance piuttosto che per un effetto diretto sulla replicazione dell’HCV. Sono stati ipotizzati diversi meccanismi per spiegare l’interazione sinergica di alcol e HCV sulla progressione della malattia. Questi includono la modulazione della risposta immunitaria e dell’apoptosi, l’aumento dello stress ossidativo attraverso induzione di CYP2E1 e l’accumulo epatico di ferro. Sia HCV che alcol, in modo indipendente, causano accumulo epatico di ferro in più del 50% dei pazienti probabilmente a causa della soppressione dell’epcidina, ormone secreto dal fegato che modula il ferro sistemico. Una migliore comprensione della regolazione di questo ormone potrebbe aiutare a sviluppare nuovi approcci terapeutici per trattare la malattia cronica. Per ora si può genericamente concludere che i pazienti con infezione da HCV dovrebbero astenersi dal consumo di alcol e, d’altra parte, gli alcolisti andrebbero incoraggiati a partecipare a programmi di disintossicazione.Liver Cancer Newsgroup – Numero 9 – Settembre 2009