Studio a lungo termine in pazienti con infezione confermata da biopsia o test ematico, che indica la replicazione di HDV quale unico fattore predittivo di mortalità epatica
L’infezione cronica da virus dell’epatite Delta (HDV) rappresenta un fattore di rischio per cirrosi ed epatocarcinoma (HCC), ma i fattori prognostici della malattia sono ancora poco definiti. Epatologi milanesi hanno valutato il decorso della malattia in 299 pazienti, analizzando i dati di quelli positivi all’HDV per almeno 6 mesi (230 maschi, età media 30 anni), ricoverati all’Ospedale Maggiore di Milano tra il 1978 e il 2006. L’infezione da HDV era confermata dalla presenza di antigene HDV nel tessuto epatico o nel siero (RNA) dei pazienti sieropositivi per l’antigene (HDV/HBsAg). Lo studio pubblicato su Gastroenterology (leggi abstract originale), ha indicato che, all’arruolamento, 7 pazienti erano affetti da epatite acuta, 101 avevano epatite cronica lieve-moderata, 76 epatite cronica grave e 104 manifestavano segni istologici o clinici di cirrosi. Novanta pazienti sono stati trattati con interferone, 62 con corticosteroidi e 12 con analoghi nucleosidici, mentre 135 non hanno ricevuto terapia. Nel periodo medio di 233 mesi, 82 pazienti hanno sviluppato cirrosi. Tra i 186 pazienti con cirrosi, 46 hanno sviluppato HCC, 43 ascite, 44 ittero e 1 encefalopatia. Il sesso femminile, l’abuso di alcool e la replicazione di HDV sono stati associati a insufficienza epatica, l’associazione tra replicazione di HDV e interferone a sviluppo di HCC. Prima della conclusione dello studio, 186 pazienti erano ancora in vita, 63 erano deceduti e 29 erano stati trapiantati. La causa più frequente di morte era insufficienza epatica (n = 37; 59%) e la replicazione di HDV era il solo fattore indipendente predittivo di mortalità. La replicazione persistente di HDV porta i pazienti a cirrosi ed HCC in percentuale pari a 4% e 2.8%, rispettivamente, ed è l’unico predittore di mortalità legata al fegato.Liver Cancer Newsgroup – Numero 3 – Marzo 2009