Importanti aspetti clinici relativi all’anticorpo trifunzionale catumaxomab sono stati presentati al 46mo congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (Asco), che si è appena concluso a Chicago. Un’analisi post-hoc dello studio registrativo del farmaco ha evidenziato una correlazione tra gli endpoint secondari (sopravvivenza libera da paracentesi e globale) e la comparsa di anticorpi anti-catumaxomab 8 giorni dopo l’ultima somministrazione intra-peritoneale del farmaco. I pazienti che sviluppano questi anticorpi anti-HAMA (human anti-mouse antibodies) traggono un beneficio significativo dalla terapia con catumaxomab, rispetto a quelli che non sviluppano anticorpi. Nello studio i pazienti con ascite maligna per vari carcinomi, trattati con catumaxomab, sopravvivono in media 129 giorni, più del doppio del periodo osservato nei pazienti che non sviluppano anticorpi (p = 0.0003). Altri risultati sono stati presentati al congresso, tra questi i dati iniziali di uno studio di fase 2, dove il catumaxomab è stato somministrato per acquisire i dati di sicurezza ed efficacia in consolidamento della chemioterapia di prima linea (
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