sabato, 8 febbraio 2025
Medinews
15 Giugno 2017

Early palliative care for adults with advanced cancer

Incurable cancer, which often constitutes an enormous challenge for patients, their families, and medical professionals, profoundly affects the patient’s physical and psychosocial well-being. In standard cancer care, palliative measures generally are initiated when it is evident that disease-modifying treatments have been unsuccessful, no treatments can be offered, or death is anticipated. In contrast, early palliative care is initiated much earlier in the disease trajectory and … (leggi tutto)

L’importante lavoro di Jennifer Temel pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2010 (http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1000678) in cui veniva dimostrata l’efficacia delle cure palliative precoci nei pazienti affetti da neoplasia polmonare ha sicuramente aperto la strada ad un approccio integrato e multidisciplinare alla malattia oncologica. Sono state numerose le evidenze riportate in letteratura in merito al vantaggio di una presa in carico precoce del paziente nella gestione dei sintomi legati alla malattia e ai trattamenti attivi. Per questo motivo nel mese di giugno la Cochrane ha pubblicato la prima revisione sistematica sull’efficacia dell’Early Palliative Care nei pazienti oncologici adulti. Sono stati analizzati sette studi clinici randomizzati per un totale di 1.614 pazienti. Gli autori concludono sostenendo l’efficacia delle cure palliative precoci dimostrando un vantaggio significativo in termini di qualità della vita e intensità dei sintomi percepiti rispetto allo standard of care (spesso non chiaramente definito e soprattutto molto eterogeneo). Non ci sono dati significativi per quanto riguarda invece il tasso di depressione ma soprattutto la sopravvivenza globale, dato che era risaltato in maniera importante dopo lo studio della Temel anche se non rientrava tra gli obiettivi primari dello studio. I dati ottenuti sicuramente pagano il prezzo di una non omogeneità nella metodologia degli studi, nel tipo di intervento, nella popolazione e in molti altri bias che sicuramente successivi studi (attualmente 20 studi ongoing) avranno modo di chiarire in maniera più dettagliata.
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