Un consumo limitato di alcool, la disassuefazione dal fumo, la perdita di peso, un’aumentata attività fisica e un moderato consumo di carni rosse e insaccati sono probabilmente le strategie di sanità pubblica che conducono ai migliori benefici per la popolazione, specialmente in termini di riduzione dell’incidenza di cancro al colon-retto. Questo tumore, infatti, rappresenta una delle maggiori cause di morte per cancro ed è principalmente attribuita a stili e comportamenti di vita sbagliati. La revisione, curata da ricercatori del George Institute for International Health dell’Università di Sydney, ha valutato 10 meta-analisi indipendenti di studi prospettici di coorte sulle possibili associazioni tra fattori di rischio noti ed ipotetici per il cancro al colon-retto. Gli autori hanno preso in considerazione gli studi pubblicati tra il 1996 e gennaio 2008, estratti da EMBASE e MEDLINE, ed hanno considerato eleggibili per l’analisi quelli che riportavano le stime di rischio relativo (RR) per il cancro al colon-retto in relazione ai seguenti fattori: alcool, fumo, diabete, attività fisica, carne, pesce, pollame, frutta e vegetali. Gli studi erano inclusi se le stime non erano aggiustate almeno per età. Nel suo complesso l’analisi, pubblicata nell’International Journal of Cancer (
leggi abstract originale), ha incluso i dati da 103 studi di coorte. Il rischio di cancro al colon-retto è stato associato in modo significativo all’alcool: i consumatori di alcool avevano un rischio maggiorato del 60% rispetto ai non bevitori o quelli che ne facevano uso moderato (RR 1.56; IC 95%: 1.42-1.70). Anche fumo, diabete, obesità e elevato consumo di carne rossa e insaccati erano associati singolarmente ad un rischio superiore del 20% di questo tumore (rispetto alle persone nelle categorie specifiche più basse). Inoltre, è stata osservata bassa evidenza di eterogeneità tra studi o di bias di pubblicazione. L’attività fisica risultava invece protettiva nei confronti del cancro al colon-retto.