martedì, 22 ottobre 2024
Medinews
2 Aprile 2013

DIECI ANNI DI STUDI CLINICI SULLA CHEMIOTERAPIA METRONOMICA PER IL TRATTAMENTO DEL CANCRO

Dopo 10 dieci anni di utilizzo, sono tuttora attesi studi ampi e ben disegnati per confermare le aspettative delle schedule di trattamento metronomico e delle loro combinazioni con le terapie target. Negli ultimi anni, molecole sempre più selettive dirette contro specifici bersagli cellulari hanno iniziato ad essere disponibili per la terapia oncologica, portando a miglioramenti impensabili. Mentre questo scenario si evolveva, è stato sviluppato un nuovo modo di somministrare i ‘vecchi’ farmaci citotossici. Molti studi hanno dimostrato che vari farmaci citotossici possiedono proprietà anti-angiogeniche se somministrati frequentemente e a dosi più basse, rispetto alle schedule standard contenenti la massima dose tollerata (MTD). Questa nuova strategia, denominata chemioterapia metronomica, si focalizza su un target diverso: le cellule tumorali endoteliali che presentano una proliferazione lenta. La chemioterapia metronomica è stata nominata per la prima volta circa 10 anni fa e da allora molti studi clinici sono stati pubblicati per il trattamento di quasi tutti i tipi di tumore. Oncologi dell’Università La Sapienza, Ospedale Sant’Andrea di Roma, hanno eseguito una revisione degli studi disponibili che avevano esaminato la chemioterapia metronomica e la sua combinazione con molti agenti target, nei tumori solidi. A questo scopo, gli autori hanno condotto una ricerca della letteratura in MEDLINE utilizzando i seguenti termini: metronomic OR ‘continuous low dose’ AND chemotherapy AND cancer OR ‘solid tumours’. L’analisi, pubblicata sulla rivista Cancer Chemotherapy and Pharmacology (leggi abstract), ha evidenziato risultati soddisfacenti per diversi tipi di tumori, come per il cancro della mammella e della prostata o per i sarcomi pediatrici. E in molti studi la chemioterapia metronomica ha determinato tossicità minima rispetto alla chemioterapia MTD. In generale, le serie pubblicate delle schedule metronomiche erano molto eterogenee, spesso con dati retrospettivi e solo pochi studi erano randomizzati. Queste limitazioni ancora impediscono di delineare conclusioni definitive per i diversi tipi di tumori. In conclusione, sono ancora necessari studi ampi e ben disegnati per confermare le promesse delle schedule di chemioterapia metronomica e delle loro combinazioni con terapie target.
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