16 Giugno 2009
DIABETE: ROSIGLITAZONE AUMENTA RISCHIO DI SCOMPENSO E FRATTURE SPECIE NELLE DONNE
Il Rosiglitazone in aggiunta alla terapia standard per controllare la glicemia nei pazienti con diabete di tipo 2 aumenta l’incidenza di ospedalizzazione e morte per scompenso cardiaco e di fratture, soprattutto nelle donne, rispetto a metformina e sulfaniluree. E’ quanto emerso dallo studio Rosiglitazone Evaluated for Cardiac Outcomes and Regulation of Glycemia in Diabetes (RECORD) con 4.500 pazienti con diabete di tipo 2. Una precedente metanalisi del 2007 (Nissen et al., NEJM) aveva associato il rosiglitazone ad un aumento del rischio di infarto del 43% e della morte cardiovascolare del 64%. Lo studio RECORD non ha evidenziato un aumento della mortalità complessiva per cause cardiovascolari. Tuttavia si osserva che nel braccio in terapia con il Rosiglitazone vi era un maggiore uso di statine (55% contro 46% nel gruppo controllo), notoriamente capaci di ridurre il rischio di eventi coronarici; inoltre il 30% dei pazienti non seguiva più il trattamento per il quale era stato randomizzato. In sintesi, afferma Nissen: “è impossibile valutare la sicurezza di un farmaco che i pazienti non stanno prendendo”. In attesa di ulteriori risultati valgono le parole dei ricercatori dello studio RECORD, guidati da Philip D Home del Newcastle Diabetes Center all’Università di Newcastle, GB: “il Rosiglitazone non è raccomandato per pazienti con una storia di insufficienza cardiaca o con precedenti problemi che potrebbero aver determinato una disfunzione miocardica. Il Rosiglitazone dovrebbe essere usato con cautela in donne ad alto rischio di fratture”.
Lancet