martedì, 5 novembre 2024
Medinews
30 Novembre 2009

CURE PER LA FERTILITÀ E RISCHIO DI CANCRO ALL’UTERO

La somministrazione di gonadotropine, ma soprattutto di clomifene e HCG (gonadotropina corionica umana), può aumentare il rischio di sviluppare cancro all’utero. Il rischio è correlato al dosaggio e alla durata del trattamento. Alcuni studi epidemiologici avevano indicato un aumentato rischio di cancro all’utero dopo uso di farmaci contro l’infertilità. Per valutare questa associazione, gli autori dello studio pubblicato nella rivista American Journal of Epidemiology (leggi abstract originale) hanno utilizzato i dati di una coorte di 54263 donne con diagnosi di infertilità che erano state seguite in cliniche danesi per la fertilità tra il 1965 e il 1998. Nello studio caso-coorte sono utilizzati il rischio relativo (RR) e gli intervalli di confidenza (IC 95%) per valutare gli effetti di 4 tipi di farmaci contro l’infertilità sul rischio globale di cancro all’utero, dopo aggiustamento per i potenziali fattori di confondimento. Gli 83 casi di cancro all’utero registrati ad un follow-up di 16 anni (metà 2006), sono stati comparati con 1241 pazienti della stessa età che non avevano sviluppato il tumore (dove circa il 50% di entrambi i gruppi aveva utilizzato la terapia). L’uso dei farmaci contro l’infertilità non è stato generalmente associato al rischio di sviluppare cancro all’utero (RR = 1.10, IC 95%: 0.69-1.76). Tuttavia, le gonadotropine (ormone follicolo-stimolante e menotropina umana) hanno aumentato il rischio (RR = 2.21, IC 95%: 1.8-4.50), soprattutto dopo 10 anni di follow-up. Il rischio era collegato al numero di cicli di clomifene (per 6 cicli RR = 1.96, IC 95%: 1.03-3.72) e di gonadotropina corionica umana (per 6 cicli RR = 2.18, IC 95%: 1.16-4.08), ma non di altre gonadotropine. Al contrario, l’uso di GRH (ormone rilasciante gonadotropina) non è stato associato ad aumentato rischio.
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