mercoledì, 11 settembre 2024
Medinews
17 Febbraio 2009

CRITERI DI RISPOSTA TUMORALE DOPO TERAPIA LOCOREGIONALE NEL CARCINOMA EPATICO

La valutazione della risposta al trattamento è un aspetto chiave della terapia oncologica. I criteri di valutazione della risposta nei tumori solidi (RECIST) sono usati nella maggior parte degli studi clinici in oncologia, ma questi criteri valutano solo le dimensioni del tumore e non l’estensione della necrosi, che al contrario è il target di tutte le terapie locoregionali efficaci. Quindi, le linee guida dell’EASL (European Association for the Study of the Liver) raccomandano l’inclusione della valutazione della riduzione della carica attiva nella determinazione della risposta tumorale. Questo studio, pubblicato nella rivista Cancer (leggi abstract originale), fornisce indicazione nella scelta tra le linee guida RECIST e EASL per la valutazione della risposta alla terapia. Gli autori hanno valutato una coorte di 55 pazienti inclusi in studi prospettici (24 con epatocarcinoma sottoposti a chemoembolizzazione transarteriosa con farmaci, o DEB-TACE, e 31 sottoposti ad ablazione percutanea con etanolo, PEI, o in radiofrequenza, RF). La tomografia computerizzata spirale trifasica è stata utilizzata prima del trattamento e ad 1 e 3 mesi dalla procedura e la risposta tumorale valutata da 2 radiologi indipendenti. Secondo i criteri RECIST, nessun paziente ha ottenuto risposta completa (RC), il 21.8% ha raggiunto una risposta parziale (RP) (nessuno nel gruppo PEI/RF), mentre il 47.3% ha mostrato stabilizzazione e il 30.9% progressione della malattia. Quando la valutazione è stata condotta secondo le linee guida EASL, il 54.5% dei pazienti ha ottenuto RC, il 27.3% RP, il 3.6% ha manifestato stabilizzazione e il 14.5% progressione della malattia. Il coefficiente k era 0.193 (intervallo di confidenza 95%: 0.0893-0.2967; p < 0.0001). In conclusione, il RECIST non ha evidenziato RC ed ha sottostimato l’estensione della risposta parziale dei tumori per la presenza di tessuto necrotico, il che coincide con una valutazione errata dell’efficacia terapeutica delle terapie locoregionali. Questa valutazione dovrebbe comprendere la riduzione del carico tumorale attivo ed il riconoscimento delle aree ‘non-enhanced’ negli studi di imaging dinamico.
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