2 Febbraio 2009
CORONAROPATIA: PERINDOPRIL AUMENTA SOPRAVVIVENZA
L’Ace inibitore perindopril diminuisce del 20% la probabilità di morte cardiovascolare, infarto miocardico non fatale e arresto cardiaco rianimato in pazienti con sindrome coronarica, e questi benefici sono indipendenti dalla riduzione pressoria. E’ la conclusione di un’indagine post hoc sui pazienti dello studio EUROPA (European Reduction of Cardiac Events with Perindopril in Stable Coronary Artery Disease), pubblicata su Cardiovascular Drug Therapy, che ha evidenziato la più elevata riduzione del rischio (-32%) proprio nel gruppo di pazienti che avevano i più bassi valori pressori (<120 mmHg) e nei quali il farmaco non induceva un’ulteriore riduzione pressoria. Lo studio, diretto da W.J. Remme dello Julius Center for Patient Oriented Research dell’Università di Utrecht, Olanda, ha dimostrato che i benefici della terapia sono attribuibili alla riduzione della produzione di angiotensina II, ma anche all’aumento della bradichinina che porta alla produzione di ossido nitrico e di prostacicline, e riduce lo stress ossidativo, uno dei principali fattori che influenzano l’instabilizzazione della placca aterosclerotica. Lo studio di Remme conferma quindi gli effetti specifici di perindopril, indipendenti dalla riduzione pressoria.
Cardiovascular Drug Therapy