Cancer-related fatigue (CRF) remains one of the most prevalent and troublesome adverse events experienced by patients with cancer during and after therapy. To perform a meta-analysis to establish and compare the mean weighted effect sizes (WESs) of the 4 most commonly recommended treatments for CRF – exercise, psychological, combined exercise and psychological, and pharmaceutical – and to identify independent variables associated with treatment … (leggi tutto)
Nei pazienti oncologici, la
fatigue (cancer-related fatigue, CRF) è senza dubbio uno dei sintomi associati al maggior impatto sul performance status, sull’attività quotidiana e sulla qualità di vita. È ben noto che, in aggiunta alla quota di
fatigue attribuibile alla malattia, molti trattamenti antitumorali comportano un’incidenza rilevante del sintomo, che spesso non si risolve subito, ma può protrarsi a lungo anche dopo la fine del trattamento. Numerosi studi randomizzati hanno valutato l’efficacia di vari tipi di intervento, in termini di riduzione della
fatigue e miglioramento della qualità di vita: gli interventi sperimentati comprendono sia l’esercizio fisico, sia l’intervento psicologico, che interventi combinati (esercizio fisico + intervento psicologico), che l’intervento farmacologico. La metanalisi pubblicata su JAMA Oncology sintetizza l’evidenza prodotta da tali studi randomizzati. I risultati suggeriscono che sia l’esercizio fisico che l’intervento psicologico siano efficaci nel ridurre la severità della CRF, anche se, purtroppo, la dimensione del beneficio si rivela relativamente modesta. Peraltro, l’analisi degli studi che hanno valutato trattamenti farmacologici non ha evidenziato un’efficacia significativa. Va sottolineato, nel leggere i risultati, che gli studi considerati erano molto eterogenei, in quanto differenti non soltanto per la tipologia di intervento sperimentale, ma anche per la tipologia di pazienti inclusi e per la tempistica dell’intervento sperimentale rispetto alla somministrazione del trattamento antitumorale. Tenendo presente questo importante limite metodologico, la pubblicazione ha comunque il merito di ribadire l’importanza di gestire un sintomo che può avere rilevanti ripercussioni sulla qualità di vita e sull’attività quotidiana dei pazienti. L’Associazione Italiana di Oncologia Medica, nel documento “Cure palliative precoci e simultanee”, a cura del tavolo di lavoro AIOM – SICP (Società Italiana di Cure Palliative), ha ribadito l’importanza dell’attenzione ai sintomi, nonché della ricerca clinica su questi aspetti. Tra gli indicatori di ricerca proposti dal documento, come espressione di integrazione tra oncologia e terapie di supporto, è elencata la presenza di finanziamenti istituzionali per la ricerca integrata in oncologia e cure palliative.