Il coinvolgimento linfonodale è un fattore di prognosi sfavorevole nei bambini con carcinoma renale (RCC). La dissezione dei linfonodi retroperitoneali (RLND) sembra essere un fattore critico per migliorare l’esito dei pazienti. Rispetto ai pazienti adulti, però, l’esito nei bambini sembra migliore, e suggerisce che il RCC pediatrico possa avere differenze critiche. Uno dei più importanti fattori di prognosi avversa per il RCC dell’adulto è proprio il coinvolgimento dei linfonodi retroperitoneali. Questo studio, pubblicato nella rivista Pediatric Blood and Cancer (per scaricare l’abstract in inglese clicca
qui), ha cercato di chiarire il significato prognostico dell’interessamento linfonodale retro-peritoneale nel RCC pediatrico e il ruolo della RLND alla diagnosi. A questo scopo sono stati valutati 16 pazienti con RCC e coinvolgimento linfonodale, tutti registrati nel progetto italiano Tumori Rari in Età Pediatrica (TREP), che costituiscono il 26.2% dei 61 RCC pediatrici osservati nei centri AIEOP. In tutti i casi seguiti è stata attuata una nefrectomia radicale: alla diagnosi in 12 casi e dopo chemioterapia preoperatoria in 4 casi. Come parte della stessa procedura, 9 pazienti sono stati sottoposti a RLND e 7 hanno ricevuto una resezione linfonodale più limitata. Cinque pazienti (31.2%) hanno sviluppato recidiva della malattia 2-34 mesi dopo la diagnosi (mediana 6 mesi) mentre in uno è stata osservata progressione della malattia; 6 pazienti sono deceduti, uno di questi per leucemia secondaria. Tra i 9 pazienti sottoposti a RLND, 8 erano ancora vivi e liberi da malattia alla pubblicazione dello studio. Solo uno dei 7 pazienti sottoposti a resezione parziale dei linfonodi è invece sopravvissuto. Le stime di sopravvivenza libera da malattia e globale a 25 anni erano rispettivamente 61.4% (IC 95%: 33.2-80.5) e 50.8% (IC 95%: 16.5-77.5).