martedì, 30 maggio 2023
Medinews
24 Agosto 2017

Clinical Significance of Four Molecular Subtypes of Gastric Cancer Identified by The Cancer Genome Atlas Project

The Cancer Genome Atlas (TCGA) project recently uncovered four molecular subtypes of gastric cancer: Epstein-Barr virus (EBV), microsatellite instability (MSI), genomically stable (GS), and chromosomal instability (CIN). However, their clinical significances are currently unknown. We aimed to investigate the relationship between subtypes and prognosis of patients with gastric cancer. Gene expression data from a TCGA cohort (n = 262) were used to develop a … (leggi tutto)

L’avvento delle tecniche di analisi dei profili di espressione genica ha scardinato il modo tradizionale di concepire la classificazione delle neoplasie. Non fa eccezione il carcinoma gastrico, per il quale nel 2014, grazie al lavoro del progetto The Cancer Genome Atlas (TCGA), sono stati individuati 4 sottogruppi molecolari (sottotipo EBV, sottotipo con instabilità dei microsatelliti, sottotipo con instabilità cromosomica, sottotipo genomicamente stabile) ognuno con peculiarità clinico-patologiche e molecolari.
A chiarire meglio la rilevanza clinica di questa classificazione molecolare ha contribuito il lavoro pubblicato recentemente sulla rivista Clinical Cancer Research, frutto di uno sforzo congiunto tra ricercatori coreani e statunitensi. Utilizzando i dati dei profili di espressione dei pazienti inclusi nella corte analizzata nel lavoro del 2014 dal TCGA, gli autori hanno costruito un modello di predizione del sottogruppo basato sull’analisi di un set ristretto di geni “sottotipo-specifico” che potesse rendere più facile, rapida ed economica l’applicazione su larga scala. Successivamente, grazie a questo modello, il valore prognostico e predittivo della classificazione molecolare è stato valutato su una coorte di 267 pazienti con carcinoma gastrico sottoposti ad intervento di gastrectomia ( di cui 155 hanno successivamente ricevuto un regime chemioterapico adiuvante) trattati presso l’MD Anderson Cancer Center di Houston ed i risultati sono stati validati su un’ulteriore coorte di 432 pazienti trattati presso il Samsung Medical Center di Seoul.
In entrambe le coorti, il sottogruppo associato alla peggior prognosi è risultato quello genomicamente stabile, sia in termini di sopravvivenza libera da recidiva (RFS) che di sopravvivenza globale, mentre il sottogruppo associato alla prognosi migliore è risultato quello correlato ad EBV. Il sottogruppo con instabilità dei micro satelliti e quello con instabilità cromosomica hanno dimostrato di possedere una prognosi intermedia. Per quanto riguarda il ruolo predittivo della classificazione molecolare, l’analisi sui pazienti della corte dell’MD Anderson che hanno ricevuto chemioterapia adiuvante, ha mostrato come il sottogruppo che più beneficia di tale trattamento sia quello caratterizzato dall’instabilità cromosomica (con una RFS a 3 anni del 58,7% per chi ha ricevuto un regime adiuvante vs 33,7% per chi non l’ha ricevuto, con un valore di HR per recidiva per chi ha ricevuto chemioterapia di 0,39). Nessun beneficio dal trattamento sistemico adiuvante è stato osservato nei pazienti del sottogruppo con stabilità genomica. Inoltre, basandosi sui dati emersi dall’analisi dei dati delle due coorti di pazienti, gli autori hanno sviluppato un modello di valutazione integrata del rischio di recidiva che tiene conto delle caratteristiche di espressione genica della neoplasia.
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