martedì, 22 ottobre 2024
Medinews
15 Marzo 2019

Choosing Wisely India: ten low-value or harmful practices that should be avoided in cancer care

The Choosing Wisely India campaign was an initiative that was established to identify low-value or potentially harmful practices that are relevant to the Indian cancer health-care system. We undertook a multidisciplinary framework-driven consensus process to identify a list of low-value or harmful cancer practices that are frequently undertaken in India. A task force convened by the National Cancer Grid of India included Indian representatives from surgical … (leggi tutto)

Molto istruttiva la lettura del report dell’iniziativa Choosing Wisely India, che, pur essendo pensata per la realtà del sistema sanitario indiano, offre molti spunti di riflessione anche per il resto del mondo.
Il lavoro nasce come consensus multidisciplinare, con lo scopo di identificare una lista di pratiche cliniche di non provata efficacia, o di scarso valore, che potrebbero essere identificate come poco utili e quindi non applicate nella cura quotidiana dei pazienti oncologici. Il panel comprendeva sia chirurghi, che radioterapisti che oncologi medici, sia del settore pubblico che del settore privato, e includeva anche rappresentanti dei pazienti e dei gruppi di advocacy. Nel lavoro sono elencate 10 pratiche, alcune delle quali sono revisioni o adattamenti da precedenti iniziative come Choosing Wisely Canada o Choosing Wisely USA, mentre altre sono raccomandazioni completamente nuove. Nel dettaglio, cinque raccomandazioni si riferiscono alla diagnosi e al trattamento, due raccomandazioni alle cure palliative, due raccomandazioni all’imaging e due alla modalità di assistenza. La speranza dichiarata dagli autori è che l’applicazione di tali raccomandazioni possa migliorare il valore complessivo dell’assistenza ai pazienti oncologici indiani. Per noi, una lettura comunque istruttiva.
Ecco la lista delle 10 raccomandazioni:
– Non rinviare o negare le cure palliative a un paziente con malattia avanzata solo perché sono ancora in corso i trattamenti antitumorali attivi;
– Evitare la somministrazione di chemioterapia nei pazienti che hanno improbabile chance di beneficio da essa, e concentrarsi sulla cura dei sintomi;
– Non prescrivere esami per la diagnosi di recidiva in pazienti asintomatici, al di fuori di quelli esplicitamente provati utili nel consentire, grazie all’identificazione precoce della recidiva, un miglioramento della sopravvivenza e della qualità di vita;
– Non usare la PET/CT per monitorare la risposta alla chemioterapia;
– Non decidere il trattamento di pazienti con malattia potenzialmente guaribile senza aver prima consultato un team multidisciplinare;
– Non trattare pazienti con tumore avanzato/metastatico nell’unità di terapia intensiva, tranne nei casi di eventi acuti reversibili;
– Non prendere in considerazione tecniche radioterapiche di nuova generazione dove la radioterapia tradizionale garantisce la stessa efficacia;
– Non somministrare terapie in un setting di costo elevato quando la terapia può essere altrettanto efficace in un setting meno costoso;
– Non iniziare la radioterapia sulla mammella in 25 frazioni, quale parte del trattamento conservativo del tumore mammario in donne di età superiore a 50 anni con malattia in stadio iniziale, senza aver considerato schedule più brevi;
– Non usare i fattori di crescita per i granulociti per la prevenzione primaria della neutropenia febbrile, nei pazienti che abbiano un rischio inferiore al 20% di tale evento avverso.
TORNA INDIETRO