I pazienti più anziani di 70 anni hanno una probabilità più bassa di ricevere la terapia adiuvante, sebbene questa sia associata a un ‘outcome’ migliore. La chemioterapia adiuvante favorisce la sopravvivenza dei pazienti con tumore del pancreas dopo resezione chirurgica. I pazienti più anziani, tuttavia, sono sotto-rappresentati negli studi clinici di fase III e di conseguenza l’efficacia della terapia adiuvante in questi pazienti con tumore pancreatico non è chiara. Ricercatori australiani, in collaborazione con i colleghi dell’Università di Glasgow, hanno valutato l’uso e l’efficacia della chemioterapia adiuvante nei pazienti più anziani con tumore pancreatico. Lo studio pubblicato sulla rivista British Journal of Cancer (
leggi testo) ha esaminato una coorte di comunità di 439 pazienti con diagnosi di adenocarcinoma duttale del pancreas che erano stati sottoposti a resezione in centri associati all’Australian Pancreatic Cancer Genome Initiative. L’età mediana della coorte era 67 anni e globalmente solo il 47% dei pazienti ha ricevuto terapia adiuvante. I pazienti che hanno ricevuto chemioterapia adiuvante erano prevalentemente più giovani, avevano tumore in stadio più avanzato, un maggiore coinvolgimento linfonodale e maggiore evidenza di invasione perineurale rispetto al gruppo che non ha ricevuto il trattamento adiuvante. Globalmente, la chemioterapia adiuvante è stata associata a un prolungamento della sopravvivenza (mediana: 22.1 vs 15.8 mesi; p < 0.0001). I pazienti più anziani (età ≥ 70 anni) avevano più basse probabilità di ricevere la chemioterapia adiuvante (51.5 vs 29.8%; p < 0.0001). Questi stessi pazienti, hanno mostrato un ‘outcome’ particolarmente sfavorevole quando non è stata somministrata la terapia adiuvante (sopravvivenza mediana: 13.1 mesi; HR 1.89, IC 95%: 1.27 – 2.78; p = 0.002). In conclusione, i pazienti di età ≥ 70 anni hanno meno probabilità di ricevere la terapia adiuvante sebbene questa sia stata associata a un migliore ‘outcome’. Un maggiore utilizzo di questa terapia nei più anziani deve essere dunque incoraggiato perché essi costituiscono un’ampia proporzione dei pazienti con tumore pancreatico.