Il regime settimanale sembra essere un’opzione ragionevole per il trattamento di prima linea delle donne con tumore ovarico in stadio avanzato. Carboplatino e paclitaxel, somministrati ogni 3 settimane, costituiscono al momento la chemioterapia standard di prima linea nelle pazienti con tumore avanzato dell’ovaio, ma la schedula settimanale di paclitaxel, combinato a carboplatino ogni 3 settimane, ha mostrato prolungare la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale in uno studio giapponese di fase 3. Scopo di questo studio, pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology (
leggi abstract), era valutare se la schedula settimanale di carboplatino e paclitaxel fosse più efficace degli stessi farmaci somministrati ogni 3 settimane. Ricercatori afferenti al Multicentre Italian Trials in Ovarian cancer (MITO-7), Groupe d’Investigateurs Nationaux pour l’Etude des Cancers Ovariens et du sein (GINECO), Mario Negri Gynecologic Oncology (MaNGO), European Network of Gynaecological Oncological Trial Groups (ENGOT-OV-10) e Gynecologic Cancer InterGroup (GCIG) hanno condotto uno studio multicentrico, randomizzato, di fase 3, in 67 centri italiani e francesi. Donne con tumore ovarico in stadio FIGO IC – IV, performance status ECOG 2 o più basso e che non avevano mai ricevuto chemioterapia, sono state randomizzate (1:1) a carboplatino (AUC 6 mg/mL per min) e paclitaxel (175 mg/m
2), ogni 3 settimane per sei cicli, oppure a carboplatino (AUC 2 mg/mL per min) e paclitaxel (60 mg/m
2), ogni settimana per 18 settimane. La randomizzazione è stata condotta con minimizzazione, eseguita al computer e stratificata per centro, malattia residua dopo resezione chirurgica e performance status ECOG. Lo studio era in aperto. Endpoint co-primari erano la sopravvivenza libera da progressione e la qualità di vita (valutata con il punteggio del Functional Assessment of Cancer Therapy Ovarian Trial Outcome Index, FACT-O/TOI), con analisi ‘intention-to-treat’ modificata. Questo articolo presenta l’analisi finale dello studio. In totale, 822 pazienti sono state arruolate tra il 20 novembre 2008 e il 1 marzo 2012: 12 hanno ritirato il consenso immediatamente dopo la randomizzazione e sono state escluse dall’analisi, mentre 810 erano eleggibili; 404 sono state allocate al trattamento ogni 3 settimane e 406 alla schedula settimanale. A un follow-up mediano di 22.3 mesi (IQR: 16.2 – 30.9), erano stati registrati 449 eventi di sopravvivenza libera da progressione. La sopravvivenza mediana libera da progressione è risultata pari a 17.3 mesi (IC 95%: 15.2 – 20.2) nelle pazienti assegnate al trattamento ogni 3 settimane e a 18.3 mesi (IC 95%: 16.8 – 20.9) nelle donne assegnate alla schedula settimanale (hazard ratio 0.96, IC 95%: 0.80 – 1.16; p = 0.66). I punteggi FACT-O/TOI erano significativamente diversi tra i due regimi (interazione trattamento-tempo p < 0.0001); con il trattamento ogni 3 settimane, i punteggi FACT-O/TOI sono peggiorati a ogni ciclo (settimane 1, 4 e 7), mentre con la schedula settimanale, dopo un transitorio peggioramento alla settimana 1, i punteggi FACT-O/TOI sono rimasti stabili. Un numero inferiore di pazienti assegnate al regime settimanale, rispetto a quelle allocate al trattamento ogni 3 settimane, ha manifestato neutropenia di grado 3 – 4 (167 di 399 [42%] vs 200 di 400 [50%]), neutropenia febbrile (2 [0.5%] vs 11 [3%]), trombocitopenia di grado 3 – 4 (4 [1%] vs 27 [7%]) e neuropatia di grado 2 o peggiore (24 [6%] vs 68 [17%]). I tre decessi, registrati durante lo studio, sono stati attribuiti alla chemioterapia: due donne erano allocate al trattamento ogni 3 settimane e una al regime settimanale. In conclusione, il regime settimanale di carboplatino e paclitaxel sembra rappresentare un’opzione ragionevole di trattamento di prima linea nelle donne con tumore ovarico in stadio avanzato.