Rischio di progressione più alto e sopravvivenza libera da malattia più breve, e alcune alterazioni cromosomiche, sono tutte caratteristiche del carcinoma papillare di tipo 2. Urologi italiani hanno valutato le caratteristiche cliniche, patologiche e citogenetiche, e la sopravvivenza libera da malattia nei pazienti con carcinoma renale papillare di tipo 1 e 2, secondo la definizione di Delahunt e Eble. I dati clinici, chirurgici e di follow-up dei casi trattati dal 1995 sono stati ottenuti dal database degli Spedali Civili di Brescia. I campioni bioptici sono stati rianalizzati da un esperto patologo, che li ha classificati nei tipi 1 e 2. Sono stati analizzati anche i dati dei 26 casi di cui era disponibile il cariotipo tumorale. Dai 1150 pazienti trattati chirurgicamente per cancro renale, sono stati estratti 132 casi di carcinoma renale papillare (prevalenza 11.5%), 57 di tipo 1 e 75 di tipo 2, seguiti per un periodo medio di follow-up di 50 mesi. Il diametro della massa tumorale, i tessuti peri-tumorali e l’invasione venosa e linfonodale e le metastasi distanti mostravano differenze significative tra i due gruppi, indicando una più alta aggressività per il tipo 2: l’analisi di sopravvivenza ha evidenziato un rischio di progressione significativamente più alto e una più breve sopravvivenza libera da malattia nei casi di carcinoma renale papillare di tipo 2. Lo studio pubblicato nella rivista Cancer Genetics and Cytogenetics (
leggi abstract originale) ha messo in evidenza una distribuzione simile nel carcinoma renale papillare di tipo 1 e 2 anche a livello dei cromosomi 7, 17, 12, 16 e 20, mentre alcune alterazioni nei cromosomi 10, 5, 6, 11, 15, 18, 22 e 8 erano specifiche del carcinoma renale papillare di tipo 2. In conclusione, i carcinomi renali papillari di tipo 1 e 2 presentano caratteristiche patologiche e citogenetiche diverse e una radicale differenza di comportamento biologico: indolente nel tipo 1 e aggressivo nel tipo 2.