‘Choosing Wisely’® è un’iniziativa che incoraggia medici e pazienti a mettere in dubbio esami, procedure e trattamenti con limitata utilità, non supportata da evidenza scientifica, o che implicano un rischio di eventi avversi e/o costi sanitari elevati, associati a bassa probabilità di beneficio, finalizzata al miglioramento delle cure, specificamente inteso in termini medico-amministrativi e di qualità. È condotta dall’American Board of Internal Medicine (ABIM) Foundation in collaborazione con le principali società mediche degli Stati Uniti; tra queste l’American Society of Hematology (ASH), che è un partecipante attivo del progetto. Utilizzando un processo interattivo e metodi basati sull’evidenza, l’ASH ha identificato 5 esami e trattamenti utilizzati in clinica ematologica che dovrebbero essere messi in dubbio in determinate circostanze. L’ASH con ‘Choosing Wisely’® raccomanda infatti di: 1) evitare la trasfusione liberale di concentrati eritrocitari perché non migliora gli ‘outcome’ dei pazienti, ma di preferire sempre la più piccola quantità efficace; 2) evitare il test della trombofilia in pazienti adulti con diagnosi di tromboembolismo venoso, quando esistono fattori di rischio transitori maggiori come chirurgia, trauma o immobilità prolungata; il test, al contrario, può causare danno se l’anticoagulazione è troppo prolungata; 3) evitare l’uso di filtri in vena cava inferiore, per scarsa evidenza di utilità. L’ASH raccomanda di utilizzarli solo in particolari circostanze, per periodi limitati e soprattutto non i filtri permanenti; 4) evitare l’uso di plasma o di concentrato complesso di protrombina per l’inversione dell’anticoagulazione ottenuta con antagonisti della vitamina K, soprattutto in assenza di sanguinamento, imminente intervento chirurgico o altre procedure invasive. Questi trattamenti aumentano i costi ed espongono i pazienti a potenziale danno associato a un beneficio limitato, ad essi è da preferire la somministrazione di vitamina K a basse dosi; e infine 5) limitare l’uso di routine della tomografia computerizzata (TC) nella sorveglianza dei pazienti asintomatici, dopo remissione completa del linfoma non Hodgkin. La TC libera piccole dosi di radiazione che sono state associate a un lieve incremento del rischio di tumori nel lungo termine e non esiste evidenza che essa possa offrire un beneficio di sopravvivenza in questi pazienti. I ricercatori canadesi e statunitensi raccomandano quindi, nella pubblicazione sulla rivista Blood (
leggi testo), che i clinici considerino accuratamente i benefici anticipati dei test e dei trattamenti identificati in questa campagna prima di adottarli.