8 Settembre 2009
CAMBIA IL SISTEMA IN SICILIA, IN VIGORE LA RIFORMA
La sanità cambia volto in Sicilia con l’entrata in vigore della riforma che riduce da 29 a 17 le aziende sanitarie e istituisce i distretti ospedalieri. Per attuare la svolta, il governo regionale ha nominato 17 nuovi manager, senza confermare nessuno degli uscenti, e ai dirigenti che si sono insediati ha assegnato precisi obiettivi che saranno sottoposti a verifica trimestrale. La riforma “rappresenta un segnale di forte discontinuità con il passato. Il nostro motto deve essere: regole, regole, regole”, ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo. “Nel più breve tempo possibile – ha spiegato – dovremo procedere alla fase degli accorpamenti, migliorando i servizi territoriali, offrendo ai cittadini più servizi e più qualità, eliminando sprechi e privilegi, abbattendo le liste d’attesa, potenziando i pronto soccorso e la rete dell’emergenza urgenza del 118, e occupandoci perfino di quello che nella legge viene definito il decoro ambientale. Più in generale, dovremo pian piano ricreare quel clima di fiducia nei confronti della sanità siciliana che si è progressivamente perso negli ultimi anni”. La riforma è stata approvata il 25 marzo scorso dall’Assemblea regionale siciliana a conclusione di un iter segnato da aspre contrapposizioni interne alla maggioranza, in uno scontro culminato nella presentazione di un testo alternativo a quello del governo da parte del Pdl e dell’Udc, che all’epoca era in giunta. Uno dei capitoli più acuti delle tensioni poi sfociate nella nascita del Lombardo bis, con l’esclusione dell’Udc. Altri punti chiave del riassetto sono la deospedalizzazione e il potenziamento dei servizi territoriali, il passaggio del servizio di emergenza-urgenza del 118 sotto controllo interamente pubblico, assistenza a tutti, cittadini italiani e non, senza distinzione di razza, lingua e religione e senza alcun tipo di segnalazione alle autorità di polizia. Una cura necessaria per la sanità siciliana che aveva accumulato un deficit di circa 900 milioni di euro, 250 dei quali per pagare la cosiddetta “mobilità passiva”, ossia le cure che i siciliani hanno ricevuto nelle strutture di altre regioni. La Sicilia ha tre anni di tempo per arrivare al pareggio. Nel 2008 si sono recuperati circa 400 milioni e altrettanti dovranno rientrare entro il 2009.